System Putin

I soldi sporchi e il collasso dello Stato

Il Tribunale di Leipzig presto dovrà esprimersi su un importante caso di corruzione. La Procura accusa Hewlett-Packard, l'azienda americana di computer, di avere pagato almeno 7.6 milioni di euro di tangenti a importanti funzionari russi per assicurarsi una posizione dominante sul mercato russo. Ma in realtà documenti rilevano uno scandalo ben maggiore. È stato Vladimir Putin in persona a renderlo possibile. Le tangenti pagate da HP hanno assicurato a Putin la lealtà di una cricca di magistrati. E gli hanno cosi permesso di esercitare un totale controllo sull'apparato giudiziario russo.

von David Crawford , Marcus Bensmann

I Fatti

  • Nel novembre del 1999,  Vladimir Putin avvia l’acquisto di una network di computer per l’ufficio del Procuratore Generale della Russia. Il produttore di computer americano Hewlett-Packard (HP) vince la gara, anche se la sua offerta non era la migliore in appalto. HP dimostra la propria gratitudine pagando 7.6 milioni di euro in tangenti. 
  • I soldi finiscono nelle tasche di funzionari russi, tra i quali si annoverano procuratori e ufficiali dell’intelligence. Da allora, nessun procuratore generale ha mai fatto indagini su Putin. 
  • L’affare non sarebbe stato possibile senza una mano tedesca: la transazione di HP è stata coperta da una garanzia di esportazione firmata dalla Euler Hermes, un istituto di assicurazione crediti. 

Anche le più grandi storie a volte iniziano da piccoli eventi. Questa inizia nel 2007, nella piccola città di Delitzsch, Sassonia, nella Germania orientale. Qui i funzionari del fisco hanno messo sotto inchiesta un rivenditore di computer, Ralf K., membro del Partito Cristiano Democratico e rappresentante della assemblea distrettuale della Sassonia del Nord.

In poco tempo, gli inquirenti si imbattono in un affare da 21 milioni di euro messo a segno dal piccolo rivenditore di computer, un affare del tutto fuori scala rispetto al giro d’affari del negoziante. Ralk K. aveva firmato contratti per milioni di euro verso la Russia, nonostante la sua azienda non avesse ne lo staff ne gli strumenti per completare affari del genere.

È chiaro che c’è qualcosa di molto sospetto in corso. Entra così in scena l’ufficio del Procuratore Generale e INES, la „Saxony Integrated Investigation Unit“, specializzata nell’analizzare complessi casi di corruzione. La polizia inizia a frugare tra pile e pile di documenti e trova ulteriori connessioni e conti bancari. Sembrava stessero pelando una cipolla. In poco tempo l’indagine sull’evasione fiscale di un piccolo commerciante di Delitzsch è diventata un presunto caso di corruzione che portava dritto alla gerarchia dello Stato russo.

Presto gli inquirenti tedeschi scoprono la fonte di quei soldi: il gigante americano dei computer 

Hewlett-Packard (HP). L’ipotesi accusatoria dei procuratori è che Ralf K. avesse istituito un fondo nero per HP all’inzio del 2004. Una branca tedesca di HP avrebbe venduto a Ralf K. computer e software per 11 milioni di euro, il quale li avrebbe poi rivenduti di nuovo ad HP, per 21 milioni di euro. I profitti, tolte provvigioni e spese, ammonterebbero a 9.3 milioni di euro.

IL PATTO

Almeno 7.6 milioni di euro pagati in tangenti

Soldi sporchi che Ralf K., secondo i procuratori tedeschi, avrebbe poi nascosto in conti bancari in giro per il mondo.

Ma per gli stessi pm Ralf K. è solo un pesce piccolo, un facilitatore. Non avrebbe ricevuto ordini direttamente da HP, ma dal russo Sergej B, con cui è amico dai primi anni ’90, quando si erano conosciuti durante uno stage in Sassonia. Da allora il russo e il tedesco avevano aperto aziende quasi omonime e avevano portato avanti affari insieme nell’ex impero sovietico.

Gli investigatori tedeschi sarebbero anche riusciti a risalire ai destinatari del denaro sporco: per lo più funzionari dei servizi di intelligence russi e della Procura Generale. Sarà poi un piccolo uomo dal carattere d’acciaio e dalla voce roca, il Procuratore Generale Yuri Biryukov, a firmare i documenti che mettono in moto il processo di corruzione.

Biryukov è un personaggio molto importante nella struttura di potere di Putin. Un esempio su tutti: nel 2003, quando l’azienda petrolifera Yukos viene distrutta ed il suo capo, l’oligarca Mikail Chodorkovsky, viene mandato in un campo di prigionia, il mandato d’arresto porta proprio la firma di Biryukov. 

A partire dal 2004, sostengono gli inquirenti, le tangenti negoziate dal generale Yuri Biryukov passano attraverso aziende di facciata, per finire nelle tasche di uomini dell’ufficio del Procuratore Generale e dei servizi segreti, l’ex KGB oggi detto FSB (Federal Security Service).

Ma qual’è il senso di tutto questo? Anche noi giornalisti ci abbiamo messo molto a comprenderlo.

Il pagamento di tangenti di cui è accusata HP, un caso che potrebbe portare alla Sassonia centinaia di milioni di euro in compensazioni, è solo un altro caso di corruzione in un paese fondamentalmente corrotto? O c’è forse dell’altro dietro tutto ciò? 

La risposta è si, c’è molto altro.

Come Putin si conquista il potere

Il vero significato di questo caso lo abbiamo capito tornando indietro al 1999. È un anno cruciale per la Russia: durante quest’anno Putin costruisce uno scandalo sessuale ad hoc, incita una guerra, distrugge l’indipendenza della magistratura russa, sale alla presidenza… e permette il pagamento di tangenti da parte di HP.

Vediamo una cosa alla volta.

All’inizio del 1999 la Russia è ancora governata da una parvenza di legalità, nonostante la corruzione. C’è separazione fra i poteri e parlamentari indipendenti non mancano di far sentire la loro voce nella Duma. Almeno alcune parti dell’apparato giudiziario funzionano ancora indipendentemente dall’esecutivo. Il presidente è Boris Yeltsin, che deve però affrontare diverse difficoltà. La Procura Generale infatti sta investigando Yeltsin e la sua famiglia perché avrebbero nascosto in Svizzera un nutrito capitale utilizzato per l’acquisto di beni di lusso. Il Procuratore Generale all’epoca era Yuri Skuratov, un uomo che osava indagare anche sul presidente in persona.

Boris Yeltsin si trova quindi in guai grossi, ma viene aiutato da Vladimir Putin, che lo stesso Yeltsin un anno prima aveva messo a capo dell’FSB, l’ex KGB.

La pressione sul Procuratore Skuratov è immensa, ma il suo lavoro continua. Fino al marzo 1999, quando la televisione pubblica russa mostra un filmato di un uomo che somiglia a Yuri Skuratov a letto con due donne.

A guardare oggi quel filmato in bianco e nero immediatamente nasce il sospetto di osservare un palese falso: le persone filmate si comportano come in un video pornografico, con grande cura della posizione della macchina da presa, e Yuri Skuratov giura di non essere l’uomo nel video.

Ma respingere le accuse non lo salva: il capo dei servizi segreti Putin infatti dichiara che la sua agenzia ha accertato che il video ritrae proprio il Pocuratore Skuratov. La parola di Putin è più forte, lo stesso Putin che, quando era a capo del KGB a Dresda, aveva ricattato un professore con materiale pornografico proprio per avere accesso alle sue ricerche. CORRECTIV ha presentato queste accuse al presidente russo Putin, ma non ha ricevuto alcuna risposta.

Yuri Skuratov è un uomo finito. Presto viene allontanato, ed il suo successore è pronto. Si tratta di Vladimir Ustinov, con il suo vice Yuri Biryukov, il piccolo uomo d’acciaio con la sua voce roca. I due si sono conosciuti nel nord del Caucaso, negli anni caotici dopo la prima guerra di Cecenia.

L’indagine su Boris Yeltsin viene congelata, e la sua gratitudine verso Putin è immediata: il 9 Agosto 1999 viene nominato Primo Ministro, e diventa il secondo uomo più potente del Paese.

Il mandato di Putin inizia con morte e terrore: ogni settimana esplodono bombe in diversi palazzi residenziali, quasi 300 persone vengono uccise. Il 22 settembre nella cittadina di Rjasan vengono visti diversi uomini mentre portano dei pesanti sacchi in una cantina. La polizia viene chiamata e si scopre che i sacchi contenevano esplosivo. Gli uomini che li trasportavano, si scoprirà, erano agenti dell’FSB.

Molti giorni dopo il capo dei servizi segreti dichiara che i sacchi erano in realtà pieni di zucchero, e che l’intera operazione era un test di vigilanza per i cittadini di Rjasan. Il caso è conosciuto come quello dei ‘trasportatori dei sacchi di zucchero’.

Per l’opinione pubblica russa le bombe di quel periodo sono ancora opera di terroristi ceceni. Nel 1996 l’esercito russo aveva perso il primo atto della guerra in Cecenia e si era ritirato. Putin aveva sempre visto questa sconfitta come una disgrazia ed era fermamente intenzionato ad annichilire la resistenza cecena. Il caso dei ‘trasportatori di zucchero’ fornisce il casus belli  di cui aveva bisognoo: il primo ottobre 1999, truppe russe marciano in cecenia. Il nuovo Procuratore Generale chiude l’indagine sui ‘sacchi di zucchero’ solo diversi mesi più tardi.

Il potere giudiziario è oramai nelle mani di Putin. Nessun procuratore gli darà più problemi. Tra tutti questi eventi, ce ne è uno minore passato in sordina: a metà novembre 1999 Putin decide di fare un regalo all’ufficio del Procuratore Generale. Per decreto governativo, autorizza le autorità a farsi prestare trenta milioni di dollari da una banca straniera per acquistare una nuova rete di computer.

Una strana scelta: la Russia è quasi in bancarotta dopo la crisi del rublo. Gli ospedali cadono a pezzi. Perchè prendere un prestito straniero adesso per l’ufficio della Procura? Questo tipo di affari invitano la corruzione. Putin sa bene anche questo, ed è impossibile non chiedersi se abbia voluto dare ai nuovi Procuratori Generali l’opportunità di riempirsi le tasche, così da assicurarsi la loro lealtà.

Corruzione sotto la benedizione tedesca

Viene indetta una gara d’appalto. Hewlett-Packard è una delle aziende a presentare un offerta e ottiene il contratto nel febbraio 2001. L’accordo dovrebbe essere chiuso con una garanzia di esportazione americana, ma questa non si riesce ad ottenere. 

È proprio il Procuratore Generale a suggerire che si faccia passare l’affare attraverso la Germania, tramite Hewlett-Packard ISE GmbH nella città di Dornach in Baviera. Da quel momento tutto procede rapidamente: a febbraio 2003 le autorità russe approvano l’affare, a novembre la HP tedesca chiede un prestito alla Dresdner Bank e a marzo 2004 il Ministro tedesco dell’economia benedice l’accordo. Allora la HP tedesca riceve la garanzia di esportazione da Euler Hermes. Questo significa che HP sposta il rischio d’impresa sui contribuenti tedeschi.

LA GERMANIA DA UNA MANO

Una garanzia di Stato tedesca è stata fondamentale per chiudere l’accordo

A questo punto le tangenti sono già state sistemate: sono nascoste in documenti che sia il Ministero dell’Economia sia i ragionieri di Euler Hermes hanno controllato. Ma alle autorità statali tedesche sfugge ciò che non sfuggirà ai funzionari delle tasse dello Stato di Sassonia in seguito. Così, l’accordo sporco ottiene la benedizione tedesca. Un portavoce del Ministero dell’Economia sentito da CORRECTIV dichiara che il Ministro non può commentare su singole transazioni a causa della confidenzialità di questo tipo di accordi. Ma il Ministero dice anche che in linea di principio il Governo tedesco è sollevato dalle sue responsabilità se la transazione è stata conclusa con l’aiuto della corruzione. Euler Hermes non ha voluto commentare.

Sono circa 7.6 milioni di euro, un quinto dell’intera somma, la cifra da considerare la parte ‘sporca’ dell’affare, ovvero la parte promessa dal rappresentante di HP in Russia, il tedesco Hilmar L.

Hilmar L., che ha oggi 63 anni, è piuttosto esperto nel portare avanti accordi commerciali in zone grigie. È un astrofisico che ha studiato sotto l’Unione Sovietica e poi ha lavorato per il Central Institute for Astrophysics a Babelsberg. Ma è stato anche un informatore di rilievo per la Stasi, la polizia segreta della Germania Est, quando tra il 1980 ed il 1990 gli veniva chiesto di raccogliere informazioni sui suoi colleghi.

I cambiamenti politici in Germania non lo toccano, e negli anni ’90 inizia una carriera nell’informatica. Nel 1996 diventa manager di HP per la Russia. Nel 1999, durante un ricevimento,  incontra il presidente Putin, ecco quindi la prima stretta di mano tra l’ex informatore della Stasi e l’ex agente KGB della Sassonia. Si saranno trattati come ‘colleghi’? Putin, che ha naturalmente accesso ai numerosi documenti della Stasi, sapeva della doppia vita che Hilmar conduceva? Potrebbe essere questa la ragione per cui HP si è assicurata l’accordo?

Non lo sappiamo, ma una cosa è certa: la HP non aveva presentato l’offerta più bassa ma ha ottenuto comunque il contratto per fornire alla Procura Generale russa la sua rete di computer.

LE TANGENTI SCORRONO

dalla Germania verso paradisi fiscali

Riciclaggio con teche da esposizione

È l’entrata in scena di Sergej B., il commerciante di computer amico del Democristiano sassone Ralf K., a dare via al flusso di tangenti. Qualcuno deve spostare il denaro sporco da HP agli ufficiali russi corrotti. Siamo all’inizio del 2004, i fondi neri sono stati creati e si può cominciare a distribuire il denaro.

Circa 2.6 milioni di euro vanno alla ‘Verwood Industries Limited’, un’azienda registrata a Londra, senza nessuna ragione apparente. Gli inquirenti ritengono che Ralf K. abbia trasferito senza causale circa 310.000 euro alla ‘Bracefield Builders Limited’, sempre inglese. Una misteriosa ‘Marple Associated S.A.’ in Belize riceve 632.000 euro, di nuovo senza apparente ragione. E così via di seguito, tramite aziende facciata registrate in paradisi fiscali il denaro raggiunge i funzionari russi.

Sergej B. non si scorda certo dei servizi segreti russi, l’FSB. Circa 550.000 euro vanno in un conto nella Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina. Il conto appartiene al gruppo Kotrax, ed il trasferimento avviene senza alcun tipo di contratto, non si tenta neppure di fingere che un qualche servizio sia stato reso, come avviene negli altri casi. Le autorità tedesche credono che Kontrax sia una società di facciata per l’FSB. Secondo i resoconti di carte di credito, il denaro è stato usato per fare la bella vita. Ci sono fatture per orologi di lusso ed equipaggiamento da piscina, oltre che una fattura pagata dal gruppo Kontrax per 108.000 euro all’Hotel Palace Berlin, dove una suite presidenziale costa 1.800 euro a notte. Un rappresentante dell’hotel ha dichiarato che la struttura alberghiera non ha informazioni riguardo tale fattura.

Per come si presenta, Sergej B. e un irreprensibile imprenditore informatico con un cuore d’oro. Secondo le sue stesse dichiarazioni, le sue aziende hanno 5000 dipendenti. Segej B. è il primo nome che viene in mente quando si parla di e-govenment in Russia. I suoi dipendenti hanno mansioni di digitalizzare file ministeriali, librerie, archivi aziendali e molte altre banche dati.

CARTE DI CREDITO

Le tangenti spesso sono finite nelle mani di ufficiali russi attraverso carte di credito

Quello che l’opinione pubblica russa non sa è che Sergej B. ha una doppia vita: non solo sposta denaro sporco per l’FSB, ma secondo le carte degli inquirenti tedeschi sarebbe egli stesso un agente dell’FSB.

Questa informazione getta una luce completamente diversa sul suo lavoro di digitalizzazione di banche dati: un agente segreto con accesso a tutti i file della Russia? Il sogno di ogni spia.

Ma c’è di più: quando tutti i passaggi dell’affare con HP sono conclusi resta ancora del denaro, circa un milione di euro, nel fondo nero creato per l’occasione. Sergej B., chiede al suo amico Ralf K. di ordinare teche da esposizione con vetri di sicurezza, per rinnovare il museo Zarizyno, che è in ristrutturazione a Mosca.

Ralf K. fa quello che gli viene chiesto. Secondo la Procura di Dresda per le teche trasferisce 945.371 euro all’azienda ‘Knauf/Kassel’ di Fuldabrück e per i vetri di sicurezza 106,850 euro all’azienda ‘Hanseata di Wentdorf’. Entrambe le aziende consegnano il materiale a Mosca nel 2007.

Ma l’ufficio dell’architetto che si è occupato di quel restauro ha dichiarato che le spese per le teche erano state coperte dalla città di Mosca.

Non abbiamo potuto ricostruire questo flusso di denaro, ma puzza di riciclaggio. Le teche sono state senza dubbio acquistate con i fondi neri di Ralf K. Forse il denaro ‘pulito’ del comune di Mosca è finito nei conti di Sergej B.? Se se è così, dov’è andato poi?

Un’altra stranezza è che Sergej B., che normalmente ama parlare in pubblico dei suoi affari, non fa cenno alle teche del museo nel suo sito internet. Li si trova solo la dichiarazione che la sua azienda ha digitalizzato gli archivi della biblioteca del Museo Zarizyno, nulla sulle teche da esposizione.  Sergej B. si è rifiutato di rispondere alle domande di CORRECTIV, tanto quanto il comune di Mosca e il Museo Zarizyno.

Collasso dello stato sotto Putin

La leggenda continua: durante l’era del presidente Boris Yeltsin, la Russia era corrotta. Poi è arrivato Valdimir Putin e ha ripulito tutto. In realtà almeno la separazione dei poteri durante Yeltsin era preservata. Con Putin si è stabilito un nuovo sistema politico, in cui la frode è diventata istituzionalizzata.

Uno dei pilastri del potere di Putin è la cooperazione tra l’ufficio del Procuratore Generale e i servizi segreti. Gli agenti dell’intelligence sono quelli che svolgono il lavoro sporco mentre i procuratori dello Stato si assicurano che il lavoro venga svolto bene e che le spie non debbano rispondere delle proprie azioni.

  • Esattamente come nel caso dell’insabbiamento dei veri responsabili dei bombardamenti di case che hanno portato allo scoppiare della seconda guerra cecena nel 1999. 
  • Esattamente come nel famoso caso di corruzione del negozio di mobili ‘Tri Kita’ dove chi ha provato a indagare è stato messo a tacere per sempre
  • Esattamente come negli innumerevoli blitz nelle case dei russi, in cui rapaci funzionari hanno buttato cittadini in carcere per potergli confiscare i beni. Nel 2011 circa 400mila imprenditori russi sono stati incarcerati senza giustificazioni, una pratica che contribuisce all’asfissia dell’economia russa.

Eccoci di nuovo di fronte alla coppia Ustinov-Biryukov tandem, i due coordinatori della Procura Generale. Ustinov è l’uomo che ha fermato le indagini sui ‘portatori dei sacchi di zucchero’, mentre  Biryukov  è colui il quale ha ostacolato le indagini sul caso di corruzione ‘Tri Kita’. Ustinov spinge soprattutto la legge sulla confisca dei beni dando carta bianca ai blitz contro gli imprenditori. Nelle indagini sugli oligarchi, per esempio quello riguardante lo scandalo dell’affondamento del sottomarino ‘Kurk’ spuntano, di nuovo, la coppia Ustinov-Biryukov a salvare Putin. E tutto parte dal prestito che Putin ha approvato per la Procura Generale. Un prestito che sembra in tutto e per tutto un ringraziamento alla lealtà di questi due uomini, pedine fondamentali nella sua scacchiera del potere.

IL LUSSO

I soldi sono stati spesi in alberghi di lusso, pietre preziose e auto sportive tipo Bentley

Quando sarà amministrata la giustizia?

Abbiamo chiesto al collettore di dati Serbej B., al presidente russo Vladimir Putin, al tutt’oggi senatore Yuri Biryukov, all’ex Procuratore Generale Ustinov, all’ex capo del FSB Patruchev, all’ex amministratore delegato della HP in Russia, Hilmar L., di commentare le accuse.

Hanno tutti preferito il silenzio. Se vorranno commentare in futuro, aggiungeremo le loro dichiarazioni a questa storia.

Anche Ralf K., l’ex deputato di quartiere dei Democratici Cristiani, la cui azienda è stata usata per le transazioni di HP secondo le indagini dei pm di Dresda, ha preferito non rispondere alle domande di CORRECTIV. Il suo avvocato Thomas Knierim ha mandato una diffida chiedendo anche di pagare un danno di 1082.23 euro. CORRECTIV non ha pagato, ed è andata avanti con la storia.

Per i pm tedeschi, i funzionari russi coinvolti nell’affare HP hanno commesso crimini perseguibili. Il principale responsabile sarebbe l’uomo dalla voce roca, Yuri Biryukov. Le autorità russe sono al corrente delle indagini perché i tedeschi hanno richiesto assistenza con una rogatoria, ma per ora nessuno è stato indagato in Russia. 

Finora Hewlett-Packard ci ha solo guadagnato. Le tangenti hanno permesso all’azienda di conquistare una posizione di monopolio sul mercato russo. Più che il piano della ‘Troika’, che avrebbe dovuto incrementare i guadagni di HP in Russia da 700 milioni di dollari nel 2003 a 2 miliardi nel 2007, con un margine di profitto del 42 percento, sembrerebbe che siano state le tangenti di 7.6 milioni di euro ad aver garantito miliardi di guadagno a HP. Per gli inquirenti tedeschi sarebbe stata proprio la corruzione la gallina dalle uova d’oro per il mercato russo. HP si è rifiutata di commentare quando CORRECTIV ha presentato all’azienda le accuse. Patrik Edlund, l’addetto relazioni esterne di HP in Germania, ha scelto di non commentare sul processo in corso. Ha mandato solo un comunicato stampa del 2014, in cui l’azienda dichiarava che solo pochi impiegati erano coinvolti e che comunque non erano più parte dell’organico. 

D’altra parte del mondo, in America, la giustizia non è rimasta a guardare. Nel 2014 un tribunale statunitense ha condannato HP al pagamento di una multa da 108 milioni di dollari per avere pagato tangenti in Russia, Polonia e Messico – con particolare riferimento alla gravità dei casi di corruzione avvenuti in Russia.

Stranamente però la sentenza americana non è diretta al management dell’azienda. All’epoca tra i manager si contava anche Carly Fiorina, oggi una candidata presidenziale del Partito dei Repubblicani. Durante la campagna elettorale, Fiorina sottolineava il suo successo nella direzione di HP. La domanda sorge spontanea: quanto sapeva Carly Fiorina dei pagamenti di tangenti in Russia durante la sua guida dell’azienda? Anche Fiorina ha deciso di non commentare.

I giudici americani si sono basati sulle dichiarazioni tedesche analizzate dal Tribunale distrettuale di Leipzig in 2012. Dopo quasi tre anni, il Tribunale distrettuale ha consegnato il fascicolo al Tribunale statale di Leipzig e ora i giudici devo decidere se accettare o no il caso. Solo allora si capirà se si arriverà a processo, ma sembrerebbe che i giudici del Tribunale statale stiano prendendo il caso molto seriamente. Il ritardo è sicuramente stupefacente, considerando i milioni di euro spesi dalla Germania per indagare la vicenda, che potrebbe concludersi con risarcimenti milionari a favore delle casse dello Stato tedesco. Infatti i procuratori di Dresda hanno annunciato che vogliono chiedere la confisca di tutti i profitti realizzati da HP in Russia, qualora si arrivi ad una condanna. Lo prevede una sentenza della Corte Federale di Giustizia tedesca del 2005 che, dopo lo scandalo dei rifiuti di Colonia, ha stabilito che si possano considerare come illeciti profitti non solo i guadagni legati ad una specifica tangente, ma anche tutti i profitti che ne sono poi seguiti. Post-tangente, HP avrebbe avuto le porte aperte in Russia, guadagnando miliardi. Il che significa che i procuratori tedeschi potrebbero chiedere il sequestro per centinaia di milioni che andrebbero a confluire nelle tasche della regione della Sassonia.

Illustration/animation: Nick Böse, Simon Jockers

Italian translation: Cecilia Anesi, Giulio Rubino

Copy editor: Ariel Hauptmeier

Collaboration: Daniel Drepper, Frederik Richter, Jonathan Sachse, Julia Brötz, Stefan Wehrmeyer

In Cooperation with RTL and Mediapart.