‘Mafia Capitale’ e l’Ndrangheta: arrestati due uomini di Gioia Tauro
Questa mattina il R.O.S. dei Carabinieri di Roma, comandato dal Colonnello Stefano Russo, ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti di Rocco Rotolo e Salvatore Ruggiero, entrambi nati a Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria ed entrambi indagati per associazione di tipo mafioso nell'ambito dell'operazione "Mondo di Mezzo", l'indagine della Procura retta da Giuseppe Pignatone sugli intrecci malavitosi a Roma.
Contestualmente un ulteriore soggetto, indagato a piede libero e destinatario di informazione di garanzia, Giovanni Campennì, è stato sottoposto a perquisizione locale e personale. Gli interventi sono stati eseguiti nelle province di Roma, Latina e Vibo Valentia.
Le indagini hanno documentato come gli indagati, organici all’organizzazione denominata Mafia Capitale, abbiano assicurato il collegamento tra alcune cooperative gestite da Salvatore Buzzi sotto il controllo di Massimo Carminati, e la cosca Mancuso di Limbadi (VV), consorteria di matrice ‘ndranghetista egemone nel vibonese.
In tale ambito sono emersi gli interessi comuni dei due sodalizi mafiosi ed in particolare come, dal luglio 2014, Buzzi, con l’assenso di Carminati, avesse affidato la gestione dell’appalto per la pulizia del mercato Esquilino di Roma a Giovanni Campennì imprenditore di riferimento della cosca, mediante la creazione di una Onlus denominata Cooperativa Santo Stefano.
Al riguardo, l’attività di indagine ha documentato come già nel 2009 Rotolo e Ruggiero si fossero recati in Calabria, su richiesta di Buzzi, allo scopo di accreditarsi con la cosca Mancuso, tramite esponenti della cosca Piromalli, in relazione all’esigenza di ricollocare gli immigrati in esubero presso il C. P. T. di Crotone.
Gli elementi raccolti dalle indagini hanno quindi documentato come Ruggiero e Rotolo abbiano fornito uno stabile contributo alle attività di Mafia Capitale, avvalendosi dei rapporti privilegiati instaurati con qualificati esponenti della ‘ndrangheta, in un rapporto sinallagmatico tra le due organizzazioni mafiose che, a fronte della protezione offerta in Calabria alle cooperative controllate da Mafia Capitale, ha consentito l’inserimento della cosca Mancuso, rappresentata dal Campennì, nella gestione dell’appalto pubblico in Roma.
Di Claudio Cordova, fonte Il Dispaccio.