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‘Ndrangheta a Milano: 59 arresti tra le cosche Libri-De Stefano-Tegano

Dalle prime ore dell’alba e’ in corso un’importante operazione di contrasto alla ‘Ndrangheta in Lombardia: i Carabinieri stanno eseguendo 59 misure di custodia cautelare in carcere volute dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano contro le cosche reggine Libri-De Stefano-Tegano.

von Cecilia Anesi , Giulio Rubino

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I soggetti colpiti sono indagati per associazione di tipo mafioso, traffico di armi, corruzione di pubblico ufficiale, estorsione e associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti.

Tra gli arrestati ci sono i tre fratelli, Vincenzo, Giulio e Domenico M. e Domenico B., ritenuti esponenti di spicco della famiglia ‘Libri’ sul territorio lombardo.

Le indagini stanno facendo luce sui più moderni metodi di infiltrazione del clan mafioso nel tessuto economico-imprenditoriale della Lombardia.

Oltre a gestire un traffico internazionale di droga (cocaina, hashish e marijuana), il sodalizio forniva ad imprenditori locali una ‘protezione totale’ ricorrendo anche a modalità di estorsione.

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Gli esponenti del clan ‘ndranghetista erano, emergerebbe dalle indagini, riusciti ad influenzare l’assegnazione di appalti facendo leva su forme di corruzione nei confronti di pubblici ufficiali.

In particolare, l’ obiettivo dei Libri-De Stefano-Tegano sarebbe stato quello di entrare nel redditizio business dello stadio di San Siro. Le cosche calabresi avrebbero infatti messo gli occhi sul servizio catering delle partite del Milan, nel quale avrebbero tentato di infiltrarsi con l’aiuto di Cristiano Sala, titolare della societa’ di ristorazione ‘Maestro di Casa’.

Sala, che aveva accumulato debiti con l’associazione criminale — si legge sulla ordinanza di custodia cautelare — trova sostegno da Carlo Milesi, carabiniere che risulterebbe corrotto, in servizio presso l’Ispettorato del lavoro.

Milesi, secondo gli inquirenti, avrebbero cercato di screditare la società rivale, ovvero la IT srl, producendo una relazione di servizio che accusa falsamente la ditta di impiegare lavoratori stranieri in nero.
Il carabiniere, inoltre, pare si sia recato più volte nella sede del Milan per convincere i vertici della società rossonera — all’oscuro del piano criminale — a non rinnovare il contratto con IT srl per la stagione calcistica 2014-15, facilitando cosi il subententro del gruppo guidato da Sala.

Il lavoro investigativo dei carabinieri di Milano ha permesso però di smascherare il piano ed evitare che l’appalto finisse nelle mani della cosca.

Di Cecilia Anesi, Matteo Civillini, Giulio Rubino