Mafia (IT)

‘Ndrangheta in spiaggia: 51 arresti contro la cosca Paviglianiti

na fitta rete di interessi, dal turismo marittimo agli appalti pubblici, sono quelli che la cosca Paviglianiti della 'ndrangheta calabrese aveva intessuto nel suo territorio: i comuni di San Lorenzo e Bagaladi in provincia di Reggio Calabria.

von Cecilia Anesi , Giulio Rubino

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Da stamattina però la cosca dovrà fare a meno di ben 52 dei suoi affiliati. Sono infatti questi i numeri degli arresti relativi all’operazione „Ultima Spiaggia“ che dall’alba di questa mattina ha fatto scattare le manette per affiliati e prestanome, grazie ai quali i boss nascondevano la loro presenza dietro ad importanti attività commerciali.

Le indagini, avviate nel 2009, prendono le mosse dall’operazione A.D.A., che aveva coplito la famiglia Iamonte. Sono state le informazioni rese da un collaboratore di giustizia arrestato allora che hanno aperto il vaso di Pandora sulle attività dei Paviglianiti, rivelando come dal controllo degli appalti pubblici all’estorsione e al traffico di stupefacenti, il dominio della cosca fosse completo.

Nel 2010, dietro al prestanome Luca Bruno C., i Paviglianiti hanno aperto uno stabilimento balneare: „La Cubana“. In una sola stagione lo stabilimento ha sbaragliato la concorrenza, grazie sopratutto alle violente intimidazioni a danno degli altri stabilimenti di San Lorenzo. Anche il Bar „Punto Centosei“, nonostante in apparenza sia passato spesso di proprietà, era in realtà riconducibile alla cosca, a cui venivano versati i proventi da tutti i propietari ‘ufficiali’ che si sono succeduti.

L’apertura di attività commerciali era inoltre facilitata dai contatti che gli ‘ndrranghetisti avevano direttamente dentro il comune: il responsabile di area tecnica Marco Antonio S. e quello di area finanziaria Rocco Giovanni M. infatti, erano al servizio dei Paviglianiti.
I due hanno infatti garantito agli affiliati al gruppo criminale autorizzazioni a costruire anche quando la legge lo avrebbe impedito, e hanno fatto sempre in modo di favorire le ditte edili e di movimento terra legate al clan, fra cui le imprese individuali di Antonio R. e Carmelo I.

Quanto al traffico di stupefacenti, specialmente marijuana e cocaina, i Paviglianiti avevano accordi per rifornirsi presso le cosche Morabito-Palamara-Scriva di Africo Nuovo, il che conferma come le varie famiglie di ‘ndrangheta mantengano stretti rapporti di collaborazione, e facciano a tutti gli effetti parte di un unica grande organizzazione. Del resto l’indagine sfociata negli arresti di oggi ha anche evidenziato un forte legame fra i Paviglianiti e la potente cosca Tegano-De Stefano, già al centro di numerose operazioni anche molto recenti.

Gli arresti di oggi segnano un altro importante passo nella lotto contro il crimine organizzato calabrese. Oltre agli arresti sono stati sequestrate anche cinque aziende, riconducibili alla cosca, per un valore di 10 milioni di euro.

Giulio Rubino, Cecilia Anesi