Mafia (IT)

Ventisette arresti per mafia a Palermo, in manette anche un Consigliere Comunale.

le vittime di estorsione denunciano esecutori e mandanti del “pizzo”, riconoscendoli in volto, e scattano cosi le manette per 27 esponenti dei mandamenti mafiosi di Resuttana e San Lorenzo, in provincia di Palermo. Ecco il proseguimento dell’operazione ‘Apocalisse’ che nel giugno 2014 aveva inflitto un durissimo colpo alla mafia della zona, con l’arresto di ben 100 persone. Tra gli arrestati di oggi anche un consigliere comunale di Palermo che avrebbe più volte chiesto il 'pizzo' ad un imprenditore palermitano di impiantistica elettrica in nome della Cosa Nostra di San Lorenzo.

von Cecilia Anesi , Giulio Rubino

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Dalla notte all’alba gli agenti di tre forze di polizia di Palermo, Squadra Mobile, Carabinieri e Fiamme Gialle, coordinati dalla DDA di Palermo, hanno condotto questa vasta operazione antimafia validata dal GIP di Palermo Dott. Petrucci. Gli arrestati sono accusati di reati associazione mafiosa, rapina e attività estorsive perpetrate ai danni di imprenditori ed attività commerciali, nello specifico il racket delle estorsioni poste in essere sui territori controllati dalle famiglie mafiose dell’Acquasanta e dell’Arenella.
Un esempio? Un gestore di un parcheggio ha dichiarato agli inquirenti di aver dovuto pagare più di una volta somme di denaro a Cosa Nostra, che aveva minacciato di danneggiare lo stabile. Altri hanno raccontato invece di essere stati costretti a ‘offrire’ denaro per finanziare feste patronali sebbene, ufficialmente, non risultassero gestite dalla mafia.

La Squadra Mobile ha anche accertato come alcuni imprenditori avessero subito numerosi e gravi episodi di estorsione perpetrati dalle famiglie mafiose di Partanna Mondello e San Lorenzo Tommaso Natale. In particolare, le vessazioni peggiori le avrebbe subite un imprenditore titolare di un’azienda di pulizie, facchinaggio e di giardinaggio, costretto da Cosa Nostra ad assumere ben nove persone, amici e familiari di affiliati dell’organizzazione mafiosa, e a versare alla ‘famiglia’ 1500 euro. Un altro imprenditore dello stesso settore aveva ricevuto prima una minaccia incendiaria e poi una richiesta esosa di denaro.

Le indagini hanno anche permesso di scoprire chi fosse il rappresentante della famiglia mafiosa di Pallavicino ZEN incaricato di raccogliere il denaro di queste e molte altre estorsioni. Il controllo sul territorio di questa famiglia mafiosa nel quartiere ZEN (Zona di Espansione Nord) di Palermo arrivava al punto che gli occupanti abusivi di alcune case nelle palazzine di quest’area pagavano alla famiglia Pallavicino le ‘bollette’ di acqua e luce, denaro che veniva raccolto sempre dalla stessa persona.
Infine, nella zona di Resuttana, il gruppo mafioso locale era riuscito a farsi pagare ben trentamila euro da una ditta impegnata nella ristrutturazione di una trentina di case nel centro città, per permettere che continuassero i lavori.

Cecilia Anesi, Giulio Rubino