Sequestro per 320 milioni di euro al clan Contini
Gestivano più di quaranta distributori di benzina, venti bar, due aziende immobiliari e un azienda di commercio all'ingrosso di alimentari, e poi tabaccai, gioiellerie, torrefazioni, un garage e decine fra di abitazioni e locali commerciali, compresa una casa di lusso nell'isola di Ischia.
È il patrimonio del clan Contini della camorra napoletana, stimato dagli inquirenti per un valore di 320 milioni di euro e sequestrato questa mattina dalla Guardia di Finanza di Napoli.
A gestirlo c’erano i fratelli Gerardo e Ciro D.C., quest’ultimo arrestato lo scorso ottobre dopo una latitanza durata nove mesi.
Ricercato in seguito all’operazione del 22 gennaio 2014 contro Eduardo Contini ed il suo clan, operazione che già allora portò al sequestro di 250 milioni di euro di beni, Ciro D.C. è considerato il cassiere del clan, vicinissimo al capo-clan Edoardo e di fatto il ‘direttore’ di una holding criminale immensa, dedita al riciclaggio come all’estorsione e all’usura.
Nonostante il clan Contini non abbia mai subito scissioni, ne ci siano mai stati pentiti a rivelare la struttura del potere interna, il lavoro del GICO (Gruppo di Investigatione Criminalità Organizzate dalle Guardia di Finanza) e la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, è riuscito a colpire duramente il business del clan, che aveva radicato i suoi interessi principalmente nel commercio al dettaglio di carburante, ma anche al commercio di oro e gioielli e a quello immobiliare.
Ciro e Gerardo avevano creato una fitta rete di prestanome per nascondere la loro influenza sul tessuto economico partenopeo, prestanome poi scoperti anche grazie alle indagini tributarie che hanno mostrato una notevole sproporzione fra i redditi che avevano dichiarato ed i beni che risultavano di loro proprietà.
Giulio Rubino, Cecilia Anesi