Mafia (IT)

Confiscati 25 milioni a imprenditore reggino vicino alla ‘ndrangheta

von Cecilia Anesi , Giulio Rubino

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L’imprenditore edile Giuseppe M. era contiguo alla ‘ndrangheta dei fratelli Labate, a capo di un sodalizio a sud di Reggio Calabria, e per questo motivo gli è stato oggi confiscato un patrimonio accumulato illecitamente pari a 25 milioni di euro.

Giuseppe M. nel 2007 era stato arrestato nell’ambito dell’Operazione „Gebbione“, ma poi assolto. Le indagini avevano svelato come i fratelli Labate avessero esteso la loro influenza sulle attività imprenditoriali della zona sud della città, sia tramite estorsioni, sia tramite l’imposizione di forniture di beni e servizi da parte di imprese controllate dagli associati, ma anche attraverso la protezione di imprenditori collusi quali Giuseppe M.

Giuseppe M è stato in realtà assolto dall’accusa di associazione mafiosa, ma nonostante questo, il Tribunale che ha emesso la confisca, ha ritenuto che esistessero indizi di una sua cooperazione con il clan capeggiato dai fratelli Labate tale da necessitare la misura di confisca. Dalle indagini infatti risulta che Giuseppe M. grazie alla collaborazione con l’associazione mafiosa ha ottenuto vantaggi consistenti sia per se che per I Labate, e ha così guadagnato una posizione dominante sul territorio.

Le investigazioni hanno scoperto come ci fosse una sproporzione tra il patrimonio accumulato dagli anni 70 rispetto a quello dichiarato al fisco, delineando così un’economia criminale raggiunta grazie ai contatti con il clan.

L’attività di confisca è il risultato di una articolata attività di indagine patrimoniale, coordinata dalla D.D.A. di Reggio Calabria, retta dal Dott. Federico Cafiero De Raho, svolta dal Centro Operativo della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, finalizzata ad aggredire i patrimoni mafiosi illecitamente accumulati.

La confisca a carico dell’imprenditore ha toccato una ditta edile con sede a Reggio Calabria, operante nel settore edilizio, 73 immobili, tra appartamenti, villette a schiera, cantine, garages e terreni in parte adibiti più conti aziendali e personali che ammontano a circa 500 mila euro.

Inoltre, a Giuseppe M. è stata infine inflitta la misura della sorveglianza speciale, aggravata dall’obbligo di soggiorno nel comune di dimora della durata di 3 anni.

Cecilia Anesi, Giulio Rubino