Muore in tragico incidente il pm Federico Bisceglia, ma la dinamica „non convince“ i cittadini anti-ecomafia
Nella notte tra sabato e domenica è morto in un tragico incidente il sostituto procuratore di Napoli Federico Bisceglia. Il pm, 45 anni, aveva lavorato a varie indagini sui traffici di rifiuti tossici verso la Terra dei Fuochi e stava tutt’ora lavorando ad alcuni delicati filoni d’indagine, mentre si occupava anche di reati di pedofilia. Ad una settimana di distanza dalla morte del collaboratore Carmine Schiavone, a molti cittadini de la Terra dei Fuochi la morte di Bisceglia “non convince”.
Stando a quanto ricostruito dai soccorsi, il pm stava viaggiando sulla Salerno-Reggio Calabria a bordo di una Lancia K con un’altra persona, quando all’improvviso, per cause ancora da accertare, l’auto ha sbattuto contro il guardrail in un tratto rettilineo e dopo vari testacoda è finita fuori strada.
La Procura di Castrovillari ha disposto l’autopsia per accertare le dinamiche dell’incidente. I funerali si svolgeranno i funerali a Catanzaro, dove Bisceglia stava rientrando per andare a trovare i familiari.
Il pm lavorava alla Procura di Napoli Nord dove conduceva indagini anche e sopratutto sul traffico di rifiuti tossici perpetrato dalla Camorra dei Casalesi. Era molto vicino alla cittadinanza attiva, ed era stato recentemente anche alla presentazione del libro „Teresa e le altre: storie di donne nella Terra dei Fuochi“, che racconta il movimento di „guerriglia“ delle donne campane contro il disastro ecologico della loro terra, la Campania.
Quella di Federico Bisceglia è una morte che proprio a quei cittadini impegnati in prima linea contro l’ecomafia „non convince“. Temono l’ombra della Camorra. Primi tra tutti, il prete Don Maurizio Patriciello e l’oncologo Antonio Marfella. Marfella in un post su Facebook, ricorda le dichiarazioni che il pentito Carmine Schiavone fece a lui e a Don Patriciello in un recente incontro. Marfella ricorda Schiavone descrivere per ore i vari crimini ambientali perpetrati, e terminare con un „avvertimento diretto“.
“Dottore“, avrebbe detto Schiavone „noi non siamo scontenti di quello che state facendo per fare chiarezza sul danno sanitario provocato da questo disastro, anzi vi ringraziamo perché ci state aiutando a capire le fesserie che abbiamo fatto. Se fossimo stati scontenti, lei non ci sarebbe più da molti anni su questa terra. Ma una cosa gliela voglio dire: se le capita un incidente stradale come al Generale Gennaro Niglio, le sia chiaro che non siamo stati noi“.
Marfella ritiene che il riferimento al Generale dei Carabinieri Gennaro Niglio fosse un preciso messaggio per lui, poiché dal 2001 al 2003 aveva collaborato con il generale Gennaro Niglio, all’epoca generale dei NAS presso il Ministero della Salute e morto in un „misteriosissimo incidente stradale“ in Sicilia nel 2004.
“Significava che di me sapeva molto più di tutto“, scrive Marfella. „Significa che ero stato setacciato nel dettaglio alla ricerca di possibili e sempre utili argomenti di intimidazione o ricatto.“
All’epoca dell’incidente stradale del Generale Niglio, continua Marfella „girarono voci che aveva avuto quell’incidente perché si era avvicinato troppo alle ‘coperture’ di cui godeva Bernardo Provenzano ancora latitante.”
Il Magistrato Federico Bisceglia della Procura di Napoli Nord „in questo ultimo anno aveva preso le redini di numerose e delicatissime indagini nella mia terra, e non solo di ecomafia, ma anche sul mostruoso caso di pedofilia della piccola Fortuna. L’incidente stradale capitato pochi giorni dopo l’altrettanto improvvisa scomparsa del pentito Carmine Schiavone, che ci metteva in guardia su possibili incidenti stradali alla „Gennaro Niglio“, sinceramente, mi terrorizza“, conclude Marfella.
Di Cecilia Anesi e Giulio Rubino