Arrestati i vertici del mandamento mafioso di Misilmeri
Dopo ogni operazione, ogni arresto, la mafia si riorganizza rapidamente. In appena due anni dall'indagine 'Sisma' del 2012, durante la quale erano stati arrestati i vertici del mandamento di Misilmeri, compresi il boss Francesco Lo Gerfo, già una nova struttura si era rimessa in attività.Ma dopo ogni operazione anche gli inquirenti sono pronti a riattivare immediatamente le indagini, e altrettanto prontamente è scattata oggi la nuova operazione 'Jafar' contro la famiglia di Misilmeri appena riorganizzata.
Sette persone sono finite in manette, compreso il nuovo boss Giuseppe Vasta e i reggenti delle sottoposte famiglie mafiose di Belmonte Mezzagno e Bolognetta e altri „uomini d’onore“ del clan. L’indagine, ha rivelato come il mandamento fosse passato a Giuseppe Vasta dalle mani del suo predecessore e gestito assieme a tre uomini fidati, tutti arrestati oggi.
Nonostante la virulenza della mafia a Misilmeri, non mancano i segnali positivi; in particolare bisogna segnalare come gli arresti siano stati possibili anche grazie alle denunce di imprenditori edili e commercianti della zona che, stanchi delle pressioni, hanno collaborato con gli inquirenti.
Le estorsioni e le intimidazioni infatti avevano raggiunto un livello non più sostenibile; un esempio su tutti il fatto avvenuto l’8 marzo dello scorso anno, quando i mafiosi avevano posto un mazzo di crisantemi presso una macelleria nel comune di Marineo. Accanto ai fiori la scritta intimidatoria „Fatti i cazzi tuoi“.
Dalle intercettazioni è emersa anche una totale spregiudicatezza dei mafiosi che pianificavano di malmenare a colpi di bastone un commerciante che non voleva pagare, attendendolo al rientro dal lavoro nei pressi di casa, o addrittura il piano di sequestrare un albergatore, colpevole di non volersi „mettere a posto“, per poi picchiarlo e minacciarlo fino a che non avesse ceduto.
Gli arresti di oggi, se da un lato dimostrano la forza della mafia a Misilmeri, dall’altro raccontano come il tessuto compatto di sostegno ai boss si vada progressivamente sfilacciando, e il fatto che sempre più imprenditori stiano decidendo di denunciare fa sperare in un indebolimento sempre maggiore della struttura mafiosa.
Di Giulio Rubino e Cecilia Anesi