Scalea, un comune commissariato e invaso dalla cosca ‘Valente-Stummo’: 21 arresti
A luglio di due anni fa a Scalea, al nord della Calabria, era arrivato un primo terremoto chiamato Plinius. I Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza avevano scoperto come l’Amministrazione Comunale fosse stata condizionata dalla ‘Ndrangheta e avevano arrestato il Sindaco pro-tempore, cinque assessori e il Comandante della locale polizia municipale. Il Comune poi, a febbraio 2014, era stato sciolto e rimane tutt’ora commissariato. Oggi arriva Plinius II: altri 21 gli arrestati, tutti affiliati alla cosca ‘Valente-Stummo’, operante nel territorio di Scalea.
L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal GIP del Tribunale di Catanzaro su richiesta dei pm aggiunti Luberto e Bombardieri e del sostituto Bruni della Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti di 21 persone, esponenti anche di rilievo della criminalità organizzata, ritenute responsabili a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, usura, turbata libertà degli incanti, favoreggiamento personale, traffico di tabacco lavorato estero, ricettazione, calunnia, intralcio alla giustizia e violazioni di domicilio, tutti aggravati dalle metodologie mafiose.
Le indagini hanno consentito di delineare gli assetti di un’associazione per delinquere di tipo ‘ndranghetistico denominata ‘Valente-Stummo’, operante nel territorio di Scalea e paesi vicini, in collegamento con l’associazione ‘ndranghetista ‘Muto’, della quale riconoscono la sovra ordinazione ‘ndranghetistica. L’attività della cosca, avvalendosi della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo, era finalizzata al controllo e allo sfruttamento delle risorse economiche tramite estorsione ai danni di commercianti e imprenditori ma anche turbando la libertà d’asta al fine di accaparrarsi immobili di rilevante valore.
Di Cecilia Anesi e Giulio Rubino