Casalesi fazione Iovine e funzionari pubblici in manette
Gare truccate e bandi cuciti su misura, funzionari del comune collusi che favorivano la fazione Iovine della camorra napoletana, appalti stradali milionari finanziati con fondi regionali e affidati ai casalesi: la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli fa arrestare sette tra affiliati e funzionari pubblici del comune di Villa di Briano.
Un risultato raggiunto oggi dai Carabinieri di Caserta anche grazie al pentimento di Antonio Iovine, dal 1998 boss indiscusso dei casalesi assieme a Michele Zagaria e arrestato nel 2010. Iovine sta attualmente collaborando con i magistrati, ed è grazie alla capacità dei magistrati che lo stanno interrogando, Cesare Sirignano, Catello Maresca e Antonio D’Amato, che si è arrivati a identificare una parte degli affari odierni del clan.
Le indagini hanno provato come dopo l’arresto di Iovine il clan si fosse riorganizzato per portare avanti il sistema costruito dal boss, ovvero un sistema dove camorristi e funzionari pubblici sedevano allo stesso tavolo per ‘mangiare’ soldi in relazione ad appalti del comune di Villa di Briano.
I sette indagati sono ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione per
delinquere di stampo mafioso, concorso esterno in associazione camorristica, turbativa d’asta, abuso d’ufficio, estorsione, riciclaggio, truffa aggravata, incendio doloso, corruzione, concussione e peculato, tutti delitti aggravati dalla finalita di agevolare il clan dei casalesi.
Le indagini si erano concluse a marzo 2014, dopo essere iniziate a febbraio 2008. Da quando Iovine ha iniziato a collaborare, ovvero l’anno scorso, il sottobosco di connivenze tra i casalesi e i funzionari comunali intercettato dai Carabinieri di Caserta era stato confermato anche da Iovine in persona e da altri collaboratori di giustizia.
Addirittura il geometra del comune, fratello dell’attuale sindaco, risulta tra le figure che avrebbero facilitato il clan.
Le ditte vicine al clan dei casalesi, individuate preventivamente da Iovine, venivano favorite seguendo uno schema tanto collaudato quanto antico. „Una regola non scritta ma osservata senza alcuna resistenza in quei territori che prevedeva, da
un lato, un costante aggiornamento agli uomini del clan sull’andamento delle procedure di appalto dell’amministrazione comunale da parte dei funzionari che avevano accesso alla documentazione delle gare e, dall’altro, una conseguente, altrettanto minuziosa e continuativa, attività di informazione sui dettagli dei bandi e su notizie riservate, anche prima della loro pubblicazione, in modo da favorire Ie imprese che avrebbero dovuto aggiudicarsi i lavori“, ha dichiarato il Procuratore Aggiunto Antonio Borrelli della Direzione Distrettuale Antimafia.
Uno degli esempi dell’infiltrazione del clan in materia di appalti è la costruzione dello svincolo ‘Villa Briano – SS 7 bis Nola Villa Literno’ per un importo complessivo superiore ai 2 milioni di euro, in maggior parte finanziato con fondi regionali. Il clan aveva vinto l’appalto per poi abbandonarlo dopo l’arresto di Iovine. Ma in breve tempo il clan si era riorganizzato, come hanno dimostrato le indagini che oggi hanno portato alle manette, facendo ottenere l’appalto ad un’altra azienda della holding criminale ribattezzabile in tutto e per tutto ‘Casalesi Spa’.
Di Cecilia Anesi e Giulio Rubino