Mafia (IT)

Online gambling in salsa ‘ndrangheta: 51 arresti e 2 miliardi sequestrati

Un'associazione a delinquere di stampo transnazionale legata alla 'ndrangheta reggina usava Malta per registrare siti di scommesse online offrendo poi un servizio di gioco abusivo su tutto il territorio nazionale, in Austria, Spagna e Romania pagando illegalmente in contanti le vincite. Un giro d'affari per miliardi di euro.

von Cecilia Anesi , Giulio Rubino

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Lo ha scoperto la Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria che ha coordinato le indagini interforze di Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza su tutto il territorio nazionale e estero.

Il resoconto dell’operazione ‘Gambling’, presentato oggi a Reggio Calabria, ha numeri da capogiro: 51 persone in manette, 11 società estere, 45 imprese italiane, 1500 punti commerciali e 82 siti nazionali e internazionali sequestrati, il tutto per un valore stimato pari a circa 2 miliardi di euro.

Usando imprese di scommesse online registrate all’estero tanto quanto i server per la gestione informatica delle giocate, il gruppo mafioso ha aggirato la normativa italiana sia evadendo il fisco che pagando i contanti i vincitori, il che non è in alcun modo permesso dalla legge italiana.

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La notte degli arresti dell’Operazione Gambling

Le indagini hanno infatti dimostrato come la raccolta delle scommesse avveniva tramite una ramificata rete di agenzie italiane, tecnicamente chiamate Centri di Trasmissione Dati (CTD), collegate, con un apparente ‘contratto di prestazione di servizi’, a ‘bookmaker’ maltesi autorizzati.

In realtà, i soldi dei giocatori non venivano versati con una transazione internet (che sarebbe stata tracciabile) ma in contanti o assegni direttamente consegnati al gestore del centro scommesse dislocato sul territorio italiano, affiliato all’associazione criminale. In alcuni casi il gestore era connivente con la ‘ndrangheta, in altri casi forzato con l’intimidazione. In entrambi i casi però — compensando le perdite con le vincite e al netto della propria provvigione – il gestore era tenuto a versare denaro all’estero alla testa dell’organizzazione criminale.

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Uno dei punti scommesse sequestrati

 L’organizzazione abusiva di gioco d’azzardo, capitanata da Mario G. e Domenico L., entrambi titolari di circuiti di gioco, seguiva una struttura commerciale gerarchica, c ondivisa anche da imprese legate alla camorra e a Cosa Nostra. L’organizzazione poi – dichiara la Direzione Distrettuale Antimafia — „ha distribuito provvigioni a cascata ai partecipi, a seconda del ruolo svolto“. Un ‘gruppo dirigenziale’, coordinato da Mario e Domenico, teneva le fila e i contatti tra la struttura tecnico-amministrativa estera e le sale da gioco affiliate in Italia.

Un’organizzazione che ricorda da vicino quella di una vera a propria società per azioni, una ‘multinazionale a delinquere’ che dimostra ancora una volta la perspicacia imprenditoriale che oramai caratterizza la mafia calabrese.

Ogni livello della ‘ndrangheta-gambling’ aveva affiliati con un ruolo specifico. Sotto al gruppo dirigenziale si trovavano le figure dei ‘master’ che dovevano occuparsi di promuovere il ‘brand’ delle scommesse „made in ‘ndrangheta“ sui territori e che controllavano le agenzie. Le agenzie erano per lo più titolari di punti PDC ovvero punti di gioco, i negozi dove i giocatori, entrano fisicamente per scommettere.

Per fornire il servizio di scommesse le agenzie dovevano usare un conto bancario ‘master’ intestato ad un affiliato all’organizzazione per collegarsi ai portali online di scommesse o dei tornei di poker. In pratica al cliente non veniva fornito un account proprio da cui effettuare l’accesso, era l’agenzia a versare i soldi del cliente, ricevuti in contati, e a pagare il cliente sempre in contanti in caso di vittoria. Le agenzie si sarebbero trovate quindi a dover anticipare le somme vinte dal cliente se non fosse che la ‘ndrangheta aveva pensato a tutto: lasciava un ‘fido’ all’agenzia affinchè non ci fossero problemi a pagare in contanti le vincite.

Questo metodo, oltre ad essere illegale, ha permesso alla ‘ndrangheta di evadere il fisco per milioni e di riciclare un’enorme massa di denaro sporco tramite scommettitori inconsapevoli.

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Investigatori della DIA all’opera mentre tracciano la rete illegale di gambling

L’organizzazione criminale, per lo più composta da soggetti reggini, teneva Reggio Calabria come centro decisionale e operativo ma controllava società in Austria, in Spagna e in Romania e ha operato utilizzando Malta, le Antille olandesi, Panama e la Romania per ottenere le licenze di gioco.

Mario G., grazie ai successi criminali/imprenditoriali della rete di gambling messa in piedi per la ‘ndrangheta, ha acquisito un prestigio imprenditoriale tale da guadagnare un ruolo di vertice anche nelle imprese estere coinvolte e l’autorizzazione a rappresentare gli interessi dell’intera ‘ndrangheta provinciale.

Le imprese maltesi sequestrate preventivamente sono la UNIQ GROUP LTD, la UNIQ SHOPPING LTD, la TEBARAL HOLDING LTD, la TEBARAL TRADING LTD, la BETSOLUTION4U Ltd e la FAST RUN LIMITED. In Austria le autorita’ hanno sequestrato la UNIQ GROUP BUCHMACHER Gmbh a Innsbruck mentre in Romania i sigilli sono stati posti su due societa’ di Bucharest, la BE. UNIQ EST SRL e la ZETA GAMING SRL. In Spagna invece chiuse la CROSSBIT SL e la IROSPACE SL entrambe registrate alle Canarie.