Faida di Camorra a Napoli: 3 morti, un ferito e centinaia di spari in 4 giorni
Il centro storico di Napoli non vedeva spargimenti di sangue da tempo, ma la città adesso sta vivendo un settembre caldo, con sei sparatorie in tre giorni, che hanno lasciato a terra tre morti in diverse zone della città.
Alcuni inquirenti sospettano che l’origine di questa nuova faida vada ricercato in un omicidio di nove mesi fa, quello del del 21enne Ciro Esposito, dell’omonima famiglia camorrista, ammazzato al Rione Sanità lo scorso gennaio.
Il legame non è ancora chiaro, ma la cronaca degli scorsi giorni ha il tono di un bollettino di guerra.
Il tre settembre, alle 8 di mattina, un pregiudicato di 67 anni è stato crivellato di colpi nella sua Renault Twingo nel vicolo Santa Maria la Purità, all’angolo con Discesa Sanità. L’uomo era ritenuto dagli inquirenti legato al clan camorristico Sequino-Esposito. L’uomo negli anni ’90 aveva fatto parte di un gruppo specializzato nel trasporto di droga dall’Italia del Nord ai quartieri napoletani. Il giorno dopo un altro pregiudicato è arrivato all’ospedale San Paolo con una grave ferita d’arma da fuoco alla gamba, raccontando di essere stato colpito davanti alla sua abitazione al Rione Traiano.
La sera di sabato cinque settembre, nella zona periferica e orientale di Napoli, a Ponticelli, è stato ucciso a colpi di pistola un 30enne da due killer in motocicletta. Seppure l’omicidio non si sia svolto nei rioni del centro storico, gli inquirenti pensano che la sparatoria possa in qualche modo essere legata alla faida.
Poco dopo, più di 60 colpi d’arma da fuoco, tra mitra e pistola, hanno colpito la porta di un locale e di una casa privata e tre auto parcheggiate al Rione Traiano.
Ma l’episodio più sconvolgente è avvenuto alle quattro di mattina di domenica: durante una sparatoria presumibilmente tra due gruppi di fuoco diversi, è stato colpito a morte il 17enne Gennaro C.. Gli inquirenti stanno ancora indagando, da una parte la pista della guerra tra clan rivali per il controllo dello spaccio di droga, e che Gennaro sia stato colpito per dare un segnale forte, dall’altra la possibilità che Gennaro sia stato colpito per sbaglio. Ma se è stato colpito per sbaglio, si trovava comunque nel bel mezzo di una sparatoria di camorra, visto che sul luogo del delitto sono stati trovati 18 bossoli d’arma da fuoco di calibro diverso, il che fa proprio pensare a due fazioni opposte armate di pistole differenti.
Non si sono fermati gli spari e la notte di domenica a Rione Traiano sono state colpite la facciata di un’abitazione mentre questa mattina in Via Catone 21 colpi di Kalashnikov sono stati scaricati contro la porta di un ‘vascio’, il tipico fondo dei quartieri storici del centro di Napoli.
Fanpage.it ha evidenziato come il centro storico fosse blindato sabato sera, ma questo nulla ha potuto contro la faida della camorra. Scrive sul giornale online l’attivista Rita Cantalino: „Perché stanotte il centro storico era blindato, c’erano posti di blocco a ogni angolo di strada, ma Gennaro è morto lo stesso. E allora forse sarebbe il caso di porsi un problema rispetto al fatto che repressione militare non ha senso di fronte a una guerra che è più grande, che non è solo armata ma sociale, economica, politica, culturale.“