Eden2: nuovo colpo agli alleati di Messina Denaro
Fare terra bruciata attorno al numero uno di Cosa Nostra. Sequestrare tutte le sue ricchezze, fermare tutti i suoi affari, arrestare i suoi alleati. È questa la strategia che le forze dell'ordine stanno perseguendo contro Matteo Messina Denaro, il latitante più ricercato d'Italia.
L’operazione Eden 2, di cui gli arresti di stamattina sono una prosecuzione, aveva collegato a logiche di stampo mafioso la rapina compiuta contro una società di trasporti parte del gruppo della ‘A.G. Trasporti’, azienda sotto il controllo della fazione dei fratelli Graviano per via di prestanome. Questo accadeva precisamente un anno fa. In quell’occasione 14 persone sono finite in manette, compreso Girolamo B. nipote acquisito del supremo boss Messina Denaro.
Le indagini, mai interrotte da allora, si sono nel frattempo concentrate sul ruolo dei quattro arrestati di oggi, di cui due, Michele R. e Domenico A., sarebbero membri del gruppo di rapinatori, un terzo, Alessandro R., avrebbe ricoperto il ruolo di ricettatore della merce rubata, e l’ultimo, Giorgio P. si sarebbe occupato di reperire autovetture e pettorine false della Polizia da usare durante la rapina.
Giorgio P. è senza dubbio l’uomo dalla caratura criminale più elevata fra gli arrestati di oggi: fra i suoi compiti, secondo gli inquirenti, c’è stato anche quello di definire le modalità di spartizione del bottino della rapina fra le famiglie mafiose coinvolte, nonché quello più importante di coinvolgere la famiglia mafiosa di Castelvetrano, fedelissima di Messina Denaro, nel progetto di rapina.
Un altro significativo alfiere è stato quindi tolto dalla scacchiera del ‘capo dei capi’, in una strategia che, se proseguita con successo, lo costringerà ad uscire finalmente allo scoperto.