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Mafia e affari: scoperto avvocato al servizio del clan Graziano

Quando la mafia si fa impresa, non può prescindere dal ricorso al sistema finanziario. Con queste parole la Guardia di Finanza sintetizza il senso profondo dell'operazione di oggi contro la 'zona grigia' della famiglia mafiosa dell'Acquasanta, uno dei mandamenti di Palermo. A guidare le attività criminali di intestazione fittizia di beni, riciclaggio, reimpiego e peculato c'era un insospettabile avvocato, Marcello M., stimato membro dell'alta borghesia del capoluogo siciliano.

von Cecilia Anesi , Giulio Rubino

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Il prestigio dell’insegnamento universitario e della collaborazione con importanti enti di rilievo nazionale non appagava abbastanza l’avvocato M., che in un intercettazione sarebbe stato ascoltato raccontare come, ad un certo punto della sua vita, abbia deciso di entrare in affari con Vincenzo Graziano, ex boss della famiglia mafiosa dell’Acquasanta oggi in carcere al 41 bis, e con i suoi figli.

Per i Graziano la collaborazione con Marcello M. ha rappresentato una vera e propria chiave per accedere a ricchi affari: il togato ha di volta in volta agito come ‘cassaforte’ per il denaro mafioso, proteggendolo dalle indagini e dai sequestri, oppure come prestanome per accedere a crediti, effettuare investimenti, e interfacciarsi con la società civile.

Un chiaro esempio è nella vendita, curata proprio dall’avvocato M., di due ville costruite con soldi sporchi a Mondello (frazione di Palermo), e vendute ad acquirenti vicini al mondo imprenditoriale e politico siciliano. Con tutta probabilità questi clienti non avrebbero mai voluto avere a che fare direttamente con i Graziano, conoscendone la storia criminale, ma hanno volentieri stretto la mano al famoso professionista del foro.

Questo caso è solo uno fra tanti. Le indagini hanno rivelato diversi casi in cui M. ha contribuito in modo significativo al successo delle operazioni immobiliari della famiglia Graziano: nella gestione di numerosi immobili all’Arenella, e in una particolare operazione immobiliare a Marino, nel corso della quale prima i Graziano hanno fatto piazza pulita dei concorrenti con i noti metodi mafiosi, aggiudicandosi poi l’appalto per le loro aziende edili.

Un altro importante ruolo rivestito da Marcello M. è stato quello di curatore fallimentare. In questa veste, secondo le indagini, l’avvocato si sarebbe appropriato di somme di denaro derivanti dal fallimento di una società che amministrava, e le avrebbe messe a disposizione di nuovi affari da fare con i suoi amici mafiosi.

Purtroppo il coinvolgimento di insospettabili professionisti negli affari mafiosi non è una novità: da anni oramai lo sviluppo di questa ‘area grigia’ di interazione con il mondo ‘pulito’ degli affari ha rappresentato la chiave per la nuova forza economica delle mafie. Ciononostante la gravità dei fatti rilevati da questa indagine e il prestigio della persona coinvolta fanno riflettere, tanto sull’estrema pericolosità sociale derivante da questo modus operandi mafioso, quanto su come i clan possano trovare un efficace via per tornare ‘invisibili’ e proteggere i loro capitali.