Mafia (IT)

Bad Brothers 2 a Latina: confisca da 49 milioni ai riciclatori dei Mallardo

La giacca e la cravatta la avevano proprio come i Blues Brothers, ma i “Bad Brothers” - così soprannominati dall'indagine “Bad Brothers 2” della Direzione Distrettuale Antimafia capitolina - erano colletti bianchi un po' diversi dai musicisti di Chicago. Sono infatti considerati dal Tribunale di Latina dei veri e propri riciclatori per conto del clan camorristico dei Mallardo di Giuliano in Campania, periferia nord di Napoli. Arriva così, dopo una serie di altri provvedimenti andati a vuoto, una confisca per equivalente di 49 milioni di euro.

von Cecilia Anesi , Giulio Rubino

bluesbrothers

Sono protagonisti di un vero tira e molla, i fratelli Ascione. Indagati in operazioni diverse dalle Direzione Distrettuali Antimafia di Napoli e Roma, fanno dentro e fuori dal carcere e si vedono apporre e poi togliere i sigilli ai beni più volte. L’ultimo dissequestro di 25 milioni di euro è di novembre 2015, un anno fa. Erano stati tutti assolti dall’accusa di intestazione fittizia di beni e riciclaggio per conto del clan Mallardo della Camorra.

Oggi però li ha colpiti una misura senza ritorno. Il Tribunale di Latina ha disposto la confisca di 49 milioni di euro di beni per equivalente. Per la Direzione Distrettuale di Roma – le indagini sono dei sostituti procuratori Barabara Sargenti, Lina Cusano e Maria Cristina Palaia – i tre fratelli Ascione avevano costituito una cellula economica nel basso Lazio per il clan Mallardo di Giuliano in Campania.

Secondo la Procura, la loro ascesa nella provincia di Latina era inarrestabile grazie ad un “pactum sceleris” stretto già dalla fine degli anni 80 con il clan camorrista dei Mallardo che da una parte ha permesso agli imprenditori Ascione di crescere e espandersi anche in Lazio, dall’altra ha permesso alla Camorra di riciclare nel circuito economico legale tramite il commercio di auto prima e società di costruzione e immobiliari poi.

Fondamentali, per provare tale patto, sono stati anche i collaboratori di giustizia come Gaetano Vassallo, Salvatore Izzo e Massimo Amatrudi, anche rispetto alla stretta collaborazione tra gli Ascione e il gruppo Dell’Aquila, anch’esso legato al clan Mallardo.

Grazie all’intimidazione di stampo camorrista gli Ascione – già sottoposti a misura di prevenzione — avevano dunque costruito un piccolo impero in provicina di Latina, che è stato confiscato questa mattina dagli uomini del Comando Provinciale di Roma della Guardia di Finanza.

In totale sono stati confiscate tre aziende che operavano a Napoli come immobiliari o autosaloni, una azienda che gestiva stabilimenti balneari, 104 immobili tra Napoli, Latina e Cosenza, 15 auto, una imbarcazione da diporto, 27 conti bancari per un totale di circa 49 milioni di euro.