Mafia (IT)

Droga: la Mobile di Perugia smantella organizzazione tunisina internazionale

Una vasta operazione antidroga, denominata ‘SMGO’, è stata portata avanti dalla Squadra Mobile di Perugia contro un’organizzazione criminale di stampo tunisino che aveva la propria base operativa proprio nel capoluogo umbro ma capace di muoversi a livello internazionale.

von Cecilia Anesi , Giulio Rubino

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Iniziata con i primi sequestri nel 2012, l’indagine – coordinata dal pm Comodi della DDA di Perugia — vanta un quadro probatorio forte e chiaro, dove le intercettazioni telefoniche hanno trovato riscontro diretto prima nel capoluogo umbro e poi su tutto il territorio nazionale, portando all’emissione di 36 ordinanze di custodia cautelare, su 39 indagati.

Era dal nord Europa, e sopratutto dall’Olanda, terra di grandi porti, che l’organizzazione criminale si procurava lo stupefacente: eroina e cocaina.

Non sono le tonnellate che vengono intercettate a Gioia Tauro, ma i chili di stupefacente scovato dalle indagini della Mobile hanno dimostrato lo stesso come il gruppo fosse ordinato come una vera e propria criminalità organizzata. Una mafia radicata sul territorio, ma controllata da un vertice di potere basato all’estero, specialmente nei luoghi di approvvigionamento come l’Olanda. „Le fila venivano certamente tirate dall’estero“, spiega Marco Chiacchiera, capo della Mobile e coordinatore della complessa indagine. „Abbiamo la sensazione che ci siano organizzazioni speculari in altre aree d’Europa e che i soggetti che hanno tratto le fila abbiano altre propaggini.“

In particolare, l’arresto di un giovane pusher tunisino, Maher D., — particolarmente attivo nell’illecita attività di spaccio di cocaina ed eroina sulla ‘piazza’ di Perugia — consentiva di isolare un importante canale internazionale di spaccio che ha di fatto alimentato, negli anni e per larga parte, i gruppi che hanno gestito l’attività di vendita al dettaglio di eroina e cocaina. La densa attività d’intercettazione telefonica ha permesso di identificare una serie di gruppi operativi, che operavano da Perugia ma anche dalla vicina toscana e dalla Liguria, Lombardia e Sicilia.

Questo é solo il primo capitolo di un’indagine che, ci spiega Chiacchiera „proseguirà anche all’estero“. Al momento non é emerso alcun contatto tra l’organizzazione tunisina e le mafie nostrane, ma il difficile contesto in cui si trova Perugia, città dove il traffico di droga é diventato una vera e propria piaga come riportato piu’ volte da PerugiaToday, fa pensare ad un sistema di subappalto dove ‘Ndrangheta, Cosa Nostra e Camorra lasciano operare organizzazioni straniere non essendo, storicamente, l’Umbria terra di mafia. Una situazione già evidenziata dalla giornalista Vanna Ugolini con il libro ‘Nel nome della cocaina’, dove organizzazioni tunisine, albanesi e nigeriane si spariscono il traffico. Rifornendosi però in posti d’Italia, come Castelvolturno, e del nord Europa, come Rotterdam, storicamente controllati dalle potenti mafie tricolore.

Cecilia Anesi, Giulio Rubino