Mafia (IT)

Confisca da 11 milioni di euro a Caltanissetta

una confisca da 11 milioni di euro, fra ville di lusso, quote societarie e 250 ettari di terra con duecento capi di bestiame. La Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Caltanissetta ha inflitto oggi un ennesimo duro colpo ai patrimoni mafiosi.

von Cecilia Anesi , Giulio Rubino

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Per le mafie la terra è sempre la terra. Il possesso e controllo di questo tipo di proprietà riveste da sempre anche un significato simbolico per la criminalità organizzata, dimostra rispetto per i valori della tradizione e fa apparire i boss come ‘signori’ di un tempo, dominatori del loro ‘feudo’.

La confisca di oggi toglie a Maria Antonietta D.E. e alla figlia Katia le proprietà ereditate dal defunto Vincenzo L. P. marito e padre delle due donne. Vincenzo L.P. Dagli anni 70 e fino alla sua morte è stato coinvolto in numerosi procedimenti penali, per associazione a delinquere, riciclaggio, furto, percosse e danneggiamenti, abusi edilizi e commercio di sostanze alimentari nocive. Non affiliato a nessun clan specifico, è stato più volte descritto da diversi pentiti come un ‘cane sciolto’, un battitore libero che è riuscito a mantenere sempre la sua indipendenza, pur mantenendo rapporti affaristici con gli ambienti di cosa nostra.

Deceduto nel 2009, lascia alla famiglia un considerevole patrimonio, che le complesse indagini della Guardia di Finanza, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta, hanno identificato come frutto di attività illecita, evidenziando la netta disuguaglianza fra i redditi dichiarati da Maria Antonietta D.E e Katia L.P e l’incremento patrimoniale ricostruito.

Nel dettaglio, i beni confiscati comprendono due ville di lusso a Resuttano (CL) e Villasanta (MB), due aziende agricole e una società di vendita all’ingrosso, 250 ettari di terreni in Sicilia, 200 capi di bestiame e 50 tonnellate di sementi e mangimi, oltre a quote e partecipazioni societarie, conti correnti e disponibilità finanziarie presso istituti di credito.

Le due donne inoltre, secondo le indagini, tenevano regolari contatti con Tony C. marito della figlia del boss Totò Riina, la cui presenza è stata notata proprio presso una delle aziende confiscate alle due donne, confermando che ancora oggi la famiglia L.P. manteneva i rapporti che contano.

Giulio Rubino, Cecilia Anesi