Mafia (IT)

Trattativa Stato-mafia, depositata la trascrizione di Napolitano

sono state depositate, in Corte d'Assise, a Palermo, le trascrizioni del verbale dell’udienza redatto dalla fono-registrazione del processo sulla trattativa Stato-Mafia in cui ha deposto anche il capo dello Stato Italiano, il 28 ottobre scorso.

von Giulio Rubino

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Sono 86 le pagine di cui si compone il testo, disponibile sul sito della Presidenza della Repubblica, che riporta in maniera completa ed ordinata quanto avrebbe riferito Giorgio Napolitano sulla trattativa Stato Mafia.
Un indice analitico progressivo che raccoglie l’introduzione del Procuratore Dottore Agueci e le domande del Procuratore Aggiunto Dottore Teresi, del Sostituto Procuratore Dottore Di Matteo, del difensore di Parte Civile Avv. Airò Farulla, e gli interventi o rispettive domande dei difensori Avv. Krogh, Avv. Piergentili, Avv. Milio, Avv. Romito, Avv. Cianferoni ed infine le domande del presidente Dottore Montalto.
Una trascrizione completa ed ordinata, a cura della II Sezione della Corte d’Assise di Palermo ed ora disponibile sul sito della Presidenza della Repubblica, in cui Napolitano avrebbe riferito, in prima battuta, sulla lettera del consigliere giuridico Loris D’Ambrosio da lui definito “insofferente” dopo “la pubblicazione delle sue telefonate con Mancino” a seguito dell’intercettazione nell’ambito del processo trattativa precisando di non sapere nulla”né la lettera, né le dimissioni.” Tra i punti di maggior rilievo delle trascrizioni, sicuramente vi sono le affermazioni sulla strage di via D’Amelio: “sono convinto che quella tragedia rappresentò un colpo di acceleratore decisivo, perchè come diceva prima il dottor Teresi si era arrivati quasi al limite dei sessanta giorni per la conversione in Legge del Decreto e anche se è vero che in quell’epoca esisteva la possibilità poi, molti anni dopo negata dalla Corte Costituzionale, di reiterazione del Decreto, nè credo che nessuno allora pensò che in una situazione così drammatica si potesse lasciar decadere il decreto alla scadenza dei sessanta giorni per poi rinnovarlo. Ci fu la convinzione che si dovesse assolutamente dare questo segno all’avversario, al nemico mafioso”.
Non passa inosservata la domanda Di Matteo, sulle valutazioni ai più alti livelli istituzionali dopo gli attentati di mafia a Roma, a Firenze, a Milano a cui risponde Napolitano.”La valutazione comune alle autorità istituzionali in generale e di governo in particolare fu che si trattava di nuovi sussulti di una strategia stragista dell’ala più aggressiva della mafia, si parlava allora in modo particolare dei corleonesi, e in realtà quegli attentati, che poi colpirono edifici di particolare valore religioso, artistico e così via, si susseguirono secondo una logica che apparve unica e incalzante, per mettere i pubblici poteri di fronte a degli aut — aut, perchè questi aut — aut potessero avere per sbocco una richiesta di alleggerimento delle misure soprattutto di custodia in carcere dei mafiosi o potessero avere per sbocco la destabilizzazione politico — istituzionale del paese e naturalmente era ed è materia opinabile. Comunque non ci fu assolutamente sottovalutazione”.
La trascrizione riporta infine le domande del Presidente Montalto che richiede al Presidente G.N. un ultimo chiarimento a proposito del colloquio con l’Onorevole Violante circa un contatto diretto con il Generale Mori.
“Non ho mai avuto un colloquio con il Generale Mori, mai ” : questa, la secca risposta del Presidente che segue con un „No“ deciso anche all’ultima domanda circa “contatti precedenti tra Ciancimino e Mori o altri Carabinieri”.

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Un Presidente che non ha opposto alcun limite di riservatezza connessi alle sue prerogative costituzionali e che ha risposto a tutte le domande per oltre tre ore e mezza, supponendo che “abbia una memoria che farebbe impallidire Pico della Mirandola” come lui stesso ha dichiarato non è facile ” ricordare ogni elemento”.
Molti „No“ dunque o „ricordo vagamente“ ma.. si tratterebbe dunque solo di un circolo politico-mediatico, come taluni commentano?


Flavia Zarba