Annientato Gruppo Di Camorristi Specializzato In Usura, Droga, Traffico Di Armi Da Guerra Ed Estorsione Ai Commercianti
Duro colpo per la camorra, questa mattina, annientato il violento clan mazzarella specializzato in usura, droga, traffico di armi da guerra ed estorsioni.
Sono finiti nelle manette dei finanzieri cinque giovani violenti, affiliati alla Camorra, su esecuzione della misura cautelare personale emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, la d.ssa Isabella IASELLI.
L’ordine di esecuzione, partito dalla DDA partenopea, ha riguardato gli appartenenti al clan MAZZARELLA, uno storico clan dei quartieri della Maddalena, Mercato, Case Nuove e Soprammuro di Napoli, specializzato da tempo in una vasta gamma di reati.
Primi tra tutti quelli di usura, di traffico
di stupefacenti, commercio di armi, gestione e controllo del mercato della contraffazione e della pirateria audiovisiva nonchè estorsione ai danni di commercianti costretti periodicamente a versare una “ires alla camorra”.
Le persone colpite da cattura avevano ruoli e compiti di primissimo piano, e, più volte, avevano preso parte ai vari gruppi di fuoco organizzati per affermare il violento e totale controllo del territorio, in opposizione agli altri clan, con il preciso fine di rimpinguare le „casse criminali“ con sempre maggiore liquidità, da reinvestirsi subito nel mantenimento degli affiliati, nei tipici traffici delinquenziali ed in attività economiche apparentemente lecite.
Le indagini, partite da episodi di pirateria audiovisiva e contraffazione marchi son state condotte con l’ausilio di strumenti tecnici che hanno fatto emergere l’esistenza di condotte estorsive in danno dei rivenditori di CD e DVD pirata e di merce contraffatta.
Tali attività investigative, corroborate inoltre dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia,
hanno riguardato in particolare i cinque promotori e compartecipi del clan, tutti giovani e violenti che, dal 2006, avvalendosi della forza
di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento ed omertà, estorcevano con minacce e rappresaglie, ai commercianti della zona, una vera e propria percentuale sui profitti d’impresa imponendo un „pizzo“ mensile di 2.500 euro.
Flavia Zarba