Camorra, ventuno arresti a Sarno
entuno persone, a vario titolo legate alla camorra di Sarno (Salerno) sono state tratte in arresto questa mattina dal Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri di Salerno, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia.
L’operazione rappresenta il compimento di indagini iniziate nel 2013 attorno alla VISCOMATIC, impresa gestita da Raffaele V, che si occupa del noleggio di macchinette da videopoker e altre forme di gioco d’azzardo telematico.
La VISCOMATIC aveva allargato i suoi affari con il beneplacito di Luigi P., capo di uno dei clan locali, andando a piazzare le proprie macchinette in tutta la provincia di Napoli e Salerno, oltre che nel Foggiano.
Ma quando i videopoker di Raffaele V sono apparsi in un esercizio pubblico di Sarno, nell’estate 2013, hanno innescato la rabbia del locale clan Serino, storicamente in contrasto con quello di Luigi P, andando ad acuire tensioni che erano rimaste sopite fino ad allora.
Evidentemente le notevoli ‘tasse’ che la VISCOMATIC pagava al clan di Luigi P e che gli avevano permesso di allargare il suo giro d’affari non arrivavano ai Serino, che pure gestiscono in prima persona il remunerativo business dei videopoker nella zona di Sarno.
I Serino hanno una discreta importanza nel panorama della camorra di Sarno: gestiscono molteplici attività criminali dal controllo dello spaccio di stupefacenti a quello delle scommesse, dal furto di bestiame su vasta scala fino anche a reati fiscali quali intestazione fittizia di beni.
Ma i loro piani si spingevano anche più in alto: nel maggio 2014, in occasione delle elezioni amministrative, è stato scoperto dai Carabinieri come i Serino avessero deciso di ‘impegnarsi’ in politica, sostenendo il candidato Franco A. del Nuovo Centro Destra alla carica di sindaco di Sarno.
Il giovane Serino, alla guida del clan da quando padre e fratello maggiore sono in carcere, non faceva infatti mistero del proprio progetto di voler supportare il futuro Sindaco di Sarno. In palio, come sempre in questi casi, c’era la possibilità di infiltrare con più facilità il tessuto economico ed imprenditoriale locale.
L’operazione di oggi mette fine ai sogni di gloria del giovane capoclan. Assieme ad altre venti persone dovranno adesso rispondere di associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico di stupefacenti, scambio elettorale politico-mafioso, illecita concorrenza e tentata estorsione aggravata.
Contemporaneamente agli arresti i Carabinieri hanno anche proceduto al sequestro preventivo dei beni riconducibili ad alcuni degli indagati, fra cui imprese, aziende agricole, conti correnti ed autovetture per un ammontare totale di circa due milioni di euro.
Giulio Rubino, Cecilia Anesi