Mafia (IT)

Confisca da 50 milioni di euro a imprenditore di Caltanissetta.

un latifondo da trecento ettari a Caltanissetta, vastissima proprietà che riceveva anche ingenti sovvenzioni pubbliche da parte dell'AGEA (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura) è parte di una confisca da 50 milioni di euro che gli agenti della Direzione Investigativa Antimafia di Caltanissetta hanno effettuato questa mattina.

von Cecilia Anesi , Giulio Rubino

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Destinatario della confisca è Paolo F., settantenne di Gangi (Palermo) che è stato colpito anche da misura personale di sorveglianza speciale.
Secondo gli investigatori Paolo F. è interlocutore privilegiato di importanti boss di cosa nostra dei territori di Caltanissetta, Palermo e Trapani.
Le indagini sul suo conto iniziano nel 2009 con l’operazione „Flour“ che un anno fa aveva già sequestrato molti beni all’imprenditore di Gangi. A dare il via alle ricerche alcune segnalazioni di operazioni bancarie sospette, movimenti eseguiti da Paolo F e dalla figlia Rosalba.
La famiglia era già sotto osservazione da parte delle autorità Italiane, specie considerando che il cugino di Paolo F., Cataldo F., era già stato considerato vicino al noto Angelo Siino, della cosiddetta ‘mafia degli appalti’ palermitana.
Con la morte del cugino, Paolo F. ha assunto in pieno la gestione delle aziende ed il ruolo di vicinanza a cosa nostra.

Il latifondo di Caltanissetta in particolare, una riserva di caccia con annessa azienda agraria e diversi fabbricati rurali, era stato usato in passato da alcuni dei più famosi boss della mafia siciliana, compresi Bernardo Provenzano e Giovanni Brusca, che l’hanno utilizzato durante la loro latitanza.

Nonostante già dal 1992 lo stesso terreno era stato colpito da provvedimenti giudiziari, continuava a ricevere contributi pubblici, e generava grosse rendite fondiarie per le tasche di Paolo F.

Le indagini bancarie compiute dalla DIA hanno permesso di scoprire come il denaro proveniente da questo terreno, già esso stesso acquisito grazie a capitali di provenienza illecita, a sua volta servisse per finanziare le altre aziende di Paolo F., aziende edili con sedi a Gangi, Roma, Palermo e Livorno. Il denaro serviva anche per pagare la pensione alla moglie del defunto Cataldo F. che sebbene non fosse formalmente intestataria dei beni, era per ‘obbligo d’onore’ beneficiaria di parte dei profitti.

Giulio Rubino, Cecilia Anesi