Minacce di morte ai Magistrati di Reggio Calabria. Individuato l’autore
la pressione su chi lavora contro le mafie non si è mai allentata. Per chi è in prima linea, forze dell'ordine, magistrati, giudici, coloro che per mestiere dedicano la loro vita al contrasto al crimine organizzato, le minacce e le intimidazioni sono un martello continuo che cerca di demolire la determinazione con cui portano avanti la loro lotta.
“E’ PRONTA LA FESTA PER IL GIUDICE LOMBARDO AL PARCO CASERTA“ ;
“SIAMO PRONTI AD UCCIDERE IL GIUDICE LOMBARDO“;
“UCCIDEREMO IL GIUDICE LOMBARDO“;
“SIAMO PRONTI A UCCIDERE LOMBARDO AL PARCO CASERTA“;
“C’È UNA BOMBA AL PARCO CASERTA PER IL GIUDICE LOMBARDO“;
“SIAMO PRONTI A UCCIDERE IL GIUDICE GRATTERI „.
Queste sono alcune delle brevissime telefonate ricevute dai numeri 117 della Guardia di Finanza e dal numero unico di pronto intervento 112, telefonate rese ancor più preoccupanti da alcuni dettagli che il chiamante dimostrava di conoscere in alcuni casi, riguardanti gli spostamenti e le attività del Giudice Giuseppe Lombardo, della DDA di Reggio Calabria.
“ORE 20.37 IL GIUDICE LOMBARDO È RIENTRATO IN CASA“.
Questo il contenuto di una delle telefonate, che rivela in modo inquietante come le cosche abbiano la capacità di tenere sotto sorveglianza quelli che identificano come loro nemici.
Ma le indagini della Guardia di Finanza in questo caso sono state rapidissime e già questa mattina i procuratori Vincenzo Antonio Lombardo e Paolo Petrolo di Catanzaro hanno firmato dieci ordini di perquisizione e individuato l’autore delle misteriose telefonate.
Si tratta di Francesco Gennaro T. nato nel 1968 e residente a Reggio Calabria, che secondo le indagini si sarebbe recato in diverse cabine telefoniche, in Viale Calabria, in Via 25 Luglio e in Piazza Garibaldi a Reggio Calabria per lanciare le sue intimidazioni, naturalmente per conto di personaggi di calibro ben più pesante di lui stesso.
Infatti già in passato, per simili telefonate intimidatorie fatte nel 2010 contro il Procuratore Generale di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro, e contro il Consigliere di Corte di Appello, Francesco Neri, la pista portava molto vicino a Francesco Gennaro T., per la precisione allora fu indagato suo fratello, Giuseppe, che tuttavia fu assolto con formula piena.
Adesso la Guardia di Finanza ha trovato il contatto fra Francesco Gennaro T. e le cosche reggine, e se su questo fronte le indagini proseguono, nel frattempo il lavoro di Giuseppe Lombardo e Nicola Gratteri non ha di certo mai rallentato.
Giulio Rubino, Cecilia Anesi