Mafia (IT)

Sequestrati 6 milioni alla ‘Ndrangheta nel torinese: infiltrata l’edilizia

Era il capo indiscusso della ‘locale’ di ‘Ndrangheta di Rivoli, vicino Torino, condannato a novembre 2013 a 14 anni di reclusione per associazione per delinquere di stampo mafioso. D.S., 71 anni, come copertura, faceva l’imprenditore edile. Oggi la Direzione Investigativa Antimafia (DIA) gli ha sequestrato beni per oltre 6 milioni di euro.

von Cecilia Anesi , Giulio Rubino

screen-shot-2015-01-29-at-103513

L’imprenditore era stato arrestato durante l’operazione ‘Minotauro a giugno 2011 con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso. Narcomafie ha riportato come il procuratore capo Gian Carlo Caselli, nel corso della sua requisitoria nel corso del processo che si sta celebrando nell’aula bunker del carcere torinese a seguito dell’operazione ‘Minotauro’ ha così dipinto D.S.: “Originario di Mardone, cognato del superlatitante Giuseppe Giorgi alias ‘u Capra’, coniugato con la figlia del boss Sebastiano Romeo detto ‘u Staccu’ di San Luca, ama intrattenere cordiali, amichevoli relazioni con vari personaggi, anche di spicco, del mondo politico-amministrativo».

Subito era stato chiesto il sequestro dei suoi beni, ma D.S. nel 2013 si era appellato al sequestro del suo patrimonio, avvenuto nel 2011 perché “risultava una sproporzione tra il patrimonio personale e societario”. Aveva vinto. I giudici gli avevano restituito tutto. Oggi pero’ la richiesta della DIA e’ stata accettata.

Il calabrese era riuscito infiltrare il tessuto economico e sociale della provincia di Torino reinvestendo denaro di provenienza illecita nel circuito imprenditoriale. Tra i beni confiscati ci sono due aziende direttamente controllate dall’imprenditore ‘ndranghetista, la DEMASI COSTRUZIONI Srl e la MONGIOIA S.S., e altre società intestate a prestanome, oltre a cinque immobili a Rivoli, conti correnti, autovetture, polizze vita e buoni postali.

D.S. è ritenuto affiliato alla ‘Ndrangheta dal 1994. Avrebbe partecipato alla ‘società maggiore’ con la dote di ‘padrino’, decidendo ed intervenendo ai riti di affiliazione. L’uomo avrebbe poi diretto ed organizzato la propaggine criminale in provincia di Torino chiamata ‘locale di Rivoli’, dotata di armi e capitale per potere svolgere traffico di droga, estorsioni, usura ma anche e soprattutto gestire attività economiche ‘pulite’, in particolare edili, acquisendo appalti pubblici e privati, nel movimento terra, nella ristorazione e nelle sale da gioco.

Ma D.S. sembrerebbe essere stato anche molto vicino alla politica locale. Infatti occasione delle ‘primarie’, previste a Torino a febbraio 2011, fu chiesto a D.S. i utilizzare le sue conoscenze a Torino per procurare voti a Fassino, attuale sindaco di Torino.

D.S. da oggi è stato anche sottoposto ad una misura di prevenzione della sorveglianza speciale, aggravata dall’obbligo di soggiorno per cinque anni.

Di Cecilia Anesi e Giulio Rubino