Mafia (IT)

Gioia Tauro: 210 mln di sequestro alla Ndrangheta. Incluso il centro commerciale Annunziata

Sequestrati oltre 210 milioni di euro in Calabria, Campania e Toscana alla potentissima cosca di ‘Ndrangheta dei Piromalli, imperatori indisturbati della Piana di Gioia Tauro. Tra i beni sequestrati, di cui 12 società e beni, anche il più grande parco commerciale della Calabria, il complesso 'Annunziata' di Gioia Tauro.

von Cecilia Anesi , Giulio Rubino

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“Bucefalo“, così è stata chiamata la vasta operazione antimafia, origina da un’indagine delle Fiamme Gialle di Reggio Calabria, supportate dall’interno Servizio Centrale di investigazione sulla criminalità organizzata (S.I.C.O.) di Roma, infligge un durissimo colpo alla cosca. Sono scattate le manette per 11 affiliati, ma il carcere lo vedrà solo Alfonso Annunziata, che condivide gli stessi capi d’imputazione degli altri indagati ma è ritenuto a capo del gruppo commerciale-criminale. Le accuse, per tutti, sono di associazione mafiosa e associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di contraffazione, frode in commercio, ricettazione e vendita di prodotti industriali con segni mendaci.

Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura di Reggio Calabria hanno dimostrato come l’imprenditore Alfonso Annunziata, di origini campane ma ormai a Gioia Tauro dalla fine degli anni ’80, fosse colluso con la ‘Ndrangheta della piana, ovvero la temibile cosca dei Piromalli.

I rapporti tra l’imprenditore e il gruppo criminale risalgono agli albori dell’attività commerciale di Annunziata, quando la ‘Ndrangheta gli chiedeva il pizzo per il suo negozio di vestiario nel pieno centro di Gioia Tauro. All’epoca Annunziata aveva subito vari attentati, tanto da doversi allontanare e fare rientro solo dopo avere chiesto personalmente e ottenuto il consenso del capocosca. Da quel momento, ottenuto il placet, inizia la scalata imprenditoriale con un rapporto di business simbiotico con la cosca, in cui sia lui che i Piromalli hanno guadagnato senza confini. E difatti, Annunziata in poco tempo è diventato re di un impero al cui vertice si trova il più grande centro commerciale della Calabria e tra i primi del Sud Italia. La cosca, dal canto suo, ne traeva vantaggio potendo in questo modo investire tramite Annunziata, aggirando la normativa antimafia.

Un esempio? Il centro commerciale stesso è stato costruito insieme dalle cosche e da Annunziata. Infatti, il terreno su cui è stato costruito il primo capannone fu acquistato nel 1993 dall’allora capocosca Giuseppe Piromalli, ma intestato all’imprenditore. Inutile dirlo, la costruzione dell’intero complesso è stata portata avanti da imprese edili legate alla cosca di ‘ndrangheta.

Dalle indagini emerge che l’imprenditore, unico e indiscusso leader commerciale dell’abbigliamento nella piana di Gioia Tauro, venisse interpellato da chiunque volesse intraprendere un’attività economica all’interno del centro commerciale Annunziata, non tanto per discutere di vincoli contrattuali o commerciali, ma per avere rassicurazioni sulla tranquillità ‘ambientale’, e cioè l’approvazione della cosca ad operare. Ecco quindi che Annunziata era ormai considerato, in tutto e per tutto, referente della ‘ndrangheta locale.

Non contenti, il binomio imprenditore-cosca aveva recentemente avviato anche una parallela e fiorente attività criminosa, finalizzata alla vendita di articoli di abbigliamento ed accessori contraffatti.

Di Cecilia Anesi e Giulio Rubino