Mafia (IT)

Confiscati 6 milioni di euro a imprenditore romano. Era stato coinvolto nelle stragi del 93

Aveva rimediato mezzi e alloggio agli assassini che, la notte tra il 26 e il 27 maggio 1993, vicino alla Galleria degli Uffizi a Firenze, avevano piazzato un autobomba che uccise 5 persone.La logistica di quella strage era stata sostenuta, secondo la Corte d'Assise di Firenze, da Alfredo Bizzoni, classe 1951, che fu per questo stato condannato nel 95 per favoreggiamento ad un anno e sei mesi di carcere.

von Cecilia Anesi , Giulio Rubino

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La strage di via Georgofili è considerata uno degli attacchi che, nella stessa scia degli attentati ai giudici Falcone e Borsellino, la mafia aveva ordinato come parte di quella strategia della tensione tesa a forzare la mano allo Stato, constringendolo ad accettare la famosa „trattativa“ oggi al centro di uno dei processi più importanti d’Italia.

Bizzoni, dopo la prima condanna, finì presto di nuovo nel mirino degli inquirenti, stavolta per aver reperito armi e munizioni per Antonio Scarano, l’esecutore materiale degli attentati dinamitardi di quegli anni a Roma, Firenze e Milano. Scarano, in seguito condannato a 18 anni di carcere, era diventato collaboratore di giustizia, e aveva rivelato informazioni incriminanti sull’ex socio Bizzoni.

Scontate le sue pene, Alfredo Bizzoni però aveva avuto una rapidissima ascesa nel mondo dell’imprenditoria: poverissimo per il fisco, a cui dichiarava meno di 18mila euro all’anno di introiti, aveva in realtà a sua disposizione beni enormi. Possedeva società di distribuzione all’ingrosso di abbigliamento, negozi di abbigliamento per bambini, persino il 50% di una società di diagnostica sanitaria, che si occupava di macchine per i raggi x.

Le indagini della Direzione Investigativa Antimafia di Roma già nel gennaio 2013, gli aveva sequestrato beni mobili ed immobili per 15 milioni di euro di valore. Oggi 6 di quei milioni diventano confisca definitiva, in base all’esecuzione di quanto disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Roma.

Giulio Rubino, Cecilia Anesi