Mafia (IT)

Il triangolo della coca: dalla Costarica alla Calabria via New York

da “Cucino a modo mio”, piccolo ristorante italiano sulla 108th Street di Queens, a New York, Gregorio G. a modo suo 'cucinava' sia la pizza che un ingente traffico di cocaina Usa-Italia con alleanze strette tra i cartelli costaricani e quelli della 'Ndrangheta ionica-reggina.

von Cecilia Anesi , Giulio Rubino

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Conferenza stampa alla Direzione Nazionale Antimafia con SCO e FBI

Lo ha scoperto una indagine durata mesi e condotta transnazionalmente dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di stato, in collaborazione con la squadra mobile di Reggio Calabria, e gli agenti della Federal Bureau of Investigation (Fbi).

Tredici i soggetti raggiunti da fermo in Italia di cui tre – Gregorio G., la moglie e un figlio – arrestati a New York. Dovranno rispondere di traffico internazionale di droga. Un’operazione che ribadisce l’assoluto ruolo di spicco della ‘Ndrangheta calabrese nel traffico mondiale di cocaina in collaborazione con la Cosa Nostra newyorkese. Lo ha dimostrato lo scorso 6 maggio l’operazione New Bridge, che disegnava per la prima volta le nuove alleanze tra le famiglie mafiose siculo-americane dei Gambino, Lucchese, Bonanno con i calabresi delle cosche ioniche-reggine. Lo aveva iniziato a tracciare l’indagine Solare1 del 2008 che trova oggi nell’operazione „Columbus“ un importante tassello mancante.

Ai tempi di Solare1, infatti, gli inquirenti avevano intercettato l’ndranghetista Giulio Schirippa che nominava ad alcuni interlocutori un certo Gregorio „di Corona“ (quartiere di Queens, New York), ma non erano riusciti a identificarlo. L’indagine „Columbus“ ha ora scoperto come proprio quel Gregorio nominato da Schirippa sia stato per anni al servizio delle cosche ioniche-reggine assumendo un ruolo di vertice all’indomani dell’arresto di Schirppa, tirando i fili dell’ingente traffico di cocaina scoperchiato dagli agenti Sco-Fbi.

Il 12 ottobre 2014, giorno del Columbus Day, investigatori della Polizia di Stato – guidati da Andrea Grassi — e dell’F.B.I. hanno fermato un carico di 60 kg di cocaina nel porto di Wilmington in Delaware, nascosto tra la frutta fresca proveniente dal Cosa Rica.

Era così che l’organizzazione guidata da Gregorio gestiva il traffico, nasconendola in carichi di frutta fresca che veniva importata grazie ad una serie di aziende di import-export dal paese centroamericano verso gli Stati Uniti d’America, come la G&FHOMES INC., FRESHFARM PRODUCE EXPORT CORP., LAQUISTA FOOD CORP., INTERNATIONAL WINE IMPORTS.

Il carico di 60 kg sequestrato in quell’occasione è solamente una piccola parte delle ingenti quantità mosse dai trafficanti, ma serve oggi come „corpo del reato“ per inchiodare l’intera struttura criminale.

Stoccata negli USA, la droga veniva spedita o in container verso i grandi porti spagnoli e olandesi o in Italia in piccoli pacchi da pochi chili ognuno, nascosti nei doppi fondi di valigie trolley trasportate da corrieri, per lo più donne.

La mente criminale dell’organizzazione, si legge sull’ordinanza di fermo scritta dal pm Paolo Sirleo della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, era senza dubbio Gregorio G., e la sua longa manus in Calabria era Franco F., che curava i rapporti con i compratori ndranghetisti e interloquiva con i narcos costaricani. I compratori affiliati, Francesco e Carmine V., rappresentano gli interessi della cosca Alvaro di Sinopoli. Tra i compratori e i broker la cocaina veniva descritta come „olio“ definendolo „acido“ quando la qualità non era soddisfacente.
Importantissima nel traffico anche la moglie di Gregorio. La donna si recava spesso di persona in Calabria per trattare con le cosche ma aveva anche il ruolo cruciale di corriere del denaro verso il Costa Rica. Emergono anche importanti connessioni con le famiglie mafiose di New York. Secondo gli investigatori americani il figlio di Gregorio, Angelo, sarebbe in stretti rapporti con „Tough Tony“, soprannome di Antony Michael Federici, membro di spicco della famiglia siculo-americana Genovese, proprietario del ristorante Park Side, anch’esso a Queens, non distante dal „Cucino a Modo Mio“ di Gregorio G.

Di Giulio Rubino e Cecilia Anesi