Un milione e trecentomila euro sequestrati alla ‘Ndrangheta di Reggio Calabria
La Direzione Investigativa Antimafia di Reggio Calabria oggi ha fatto doppietta, sequestrando alla 'Ndrangheta ben un milione e trecentomila euro. I due destinatari del sequestro, distinti tra loro, sono Salvatore Domenico Tassone, esponente di spicco della cosca Longo di Polistena, e figura rappresentativa di diverse cosche della Piana e della zona Jonica di Reggio Calabria, e Biagio Francesco M., attualmente agli arresti domiciliari per avere agito da finanziere occulto della cosca Pesce.
Il Tassone ha precedenti penali per favoreggiamento personale, omicidio e occultamento di cadavere e dopo l’operazione ‘Arca’, con decreto del 3 febbraio 2011 emesso dal Tribunale di Reggio Calabria, è stato dichiarato socialmente pericoloso e sottoposto alla misura della sorveglianza speciale di P.S. per quattro anni. L’indagine ‘Arca’ è sfociata in un processo che ha condannato Tassone in primo grado a otto anni e otto mesi otto di reclusione per i delitti di associazione mafiosa e estorsione finalizzate al controllo e alla gestione degli appalti pubblici relativi ai lavori di rifacimento di alcuni tratti dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria. A Tassone era già stato confiscato in passato un patrimonio complessivo di 47 milioni di euro.
L’altro soggetto destinatario dell’odierno sequestro era stato arrestato il 19 giugno dell’anno scorso dai Carabinieri del R.O.S. e del Comando Provinciale di Reggio Calabria, in collaborazione con i Centri Operativi DIA di Milano e Reggio Calabria, in seguito ad una ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari emessa dal GIP del Tribunale di Reggio Calabria nell’ambito dell’operazione „‘Ndrangheta Banking“. La misura restrittiva è stata eseguita anche nei confronti di altri 17 soggetti indagati per associazione mafiosa, usura, estorsione, esercizio abusivo dell’attività creditizia e intestazione fittizia di beni, aggravati dalla finalità mafiosa. In tale contesto operativo, è emerso che il soggetto era a disposizione delle locali cosche e, in particolare, di Vincenzo Pesce, classe 52 e tra i vertici della omonima ‘ndrina, attraverso le imprese di cui è risultato formale intestatario.
Il patrimonio oggetto di sequestro, che ammonta complessivamente a circa 1 milione e trecentomila euro, è costituito da:
– Fabbricato a due elevazioni fuori terra della superficie complessiva di circa mq. 150 sito a Giffone (RC);
Capannone in cemento armato della superficie complessiva di circa 720 mq. sito a Giffone (RC);
Due terreni, destinati alla coltivazione di agrumi siti a Rosarno (RC);
Un fabbricato, in fase di costruzione, sito a Rosarno (RC);
Conti correnti e altre disponibilità bancarie.
Di Giulio Rubino e Cecilia Anesi