Mafia (IT)

Operazione “Bacinella 2”. Colpita la cosca Commisso della ‘Ndrangheta. 18 arresti e milioni di euro sequestrati

Estorsione ed usura, i crimini che garantiscono i finanziamenti di base per le criminalità organizzate, che permettono di stringere il territorio in una morsa di controllo e terrore, e che direttamente vanno a ledere il tessuto sociale, oggi più che mai indebolito dalla lunga crisi economica.

von Cecilia Anesi , Giulio Rubino

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Erano proprio queste le attività gestite da ben 18 indagati, molti dei quali direttamente legati alla ‘ndrina „Rumbo-Galea-Figliomeni“, che sono finiti oggi in manette allo scattare dell’operazione „Bacinella 2“ eseguita dai finanzieri del Gruppo di Locri e dello S.C.I.C.O. di Roma coadiuvati dal personale del Comando Provinciale Reggio Calabria e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria.

Nei comuni di Siderno, Bianco, Mammola e Grotteria gli agenti stanno effettuando perquisizioni e sequestri di beni per oltre tre milioni di euro di valore, a partire dalla base operativa dell’organizzazione criminale, identificata in un distributore di benzina a Siderno di propietà di Domenico I. ora in carcere in attesa di rinvio a giudizio.

L’organizzazione di Domenico I. poteva contare su appoggi potenti, giacché le sue attività erano tutte ‘autorizzate’ dalla ‘ndrina „Rumbo-Galea-Figliomeni“ a sua volta legata alla potente cosca internazionale „Commisso“ che vanta attività criminali estese dalla locride fino al Canada.

L’operazione nasce dai filoni di indagine rimasti aperti dopo l’operazione „Bacinella“ dello scorso agosto, così chiamata dal termine usato dagli indagati per indicare la „cassa comune“ dei proventi dei reati. Ulteriori indagini patrimoniali e bancarie hanno permesso di stringere il cerchio attorno agli ‘ndranghetisti, grazie anche al coraggio di alcune vittime, che hanno vinto il muro dell’omertà e hanno deciso di collaborare con le forze dell’ordine, confermando le ipotesi della Procura.

Purtroppo la risposta della società civile non è stata compatta e diverse vittime hanno addirittura tentato di sviare le indagini con dichiarazioni false, scegliendo di schierarsi dalla parte dei loro aguzzini e finendo oggi agli arresti domiciliari, con l’accusa di favoreggiamento personale pluriaggravato.

Giulio Rubino, Cecilia Anesi