Mafia (IT)

Potentissimo e giovanissimo: nuovo cartello camorristico a Napoli subisce 61 arresti

Un nuovo cartello camorristico per la maggior parte costituito da giovanissimi, quello composto dall’alleanza tra le famiglie napoletane Amirante-Brunetti-Giuliano-Sibillo, ha subito un durissimo colpo oggi, dopo che la Squadra Mobile di Napoli, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, ha arrestato 61 affiliati ritenuti responsabili a vario titolo di associazione mafiosa, spaccio di stupefacenti, estorsione e omicidio.

von Cecilia Anesi , Giulio Rubino

squadra_mobile_550x220-4

A primavera 2013 era iniziata la faida con il clan Mazzarella-Del Prete. Spregiudicati fatti di sangue hanno catturando l’attenzione degli inquirenti che, pazientemente, sono risaliti all’intera struttura del cartello fino a potere delineare quelli che sono gli attuali equilibri criminali nelle zone di Forcella-Maddalena-Tribunali, nel centro storico di Napoli.

La zona di Forcella e dei Tribunali e’ particolarmente importante per i clan storici della Camorra, che la controllano sia come piazza dello spaccio che come territorio dove operare attivita’ estorsive. La Polizia ha infatti scoperto che il cartello aveva stretto in una morsa sia gli ambulanti della zona mercatale che i titolari di note pizzerie su Via dei Tribunali e, sorprendentemente, anche i parcheggiatori abusivi a cui arrivava a chiedere ben €500 a settimana.

Ma e’ stata la faida armata a rovinare il cartello. Quando le famiglie Amirante-Brunetti-Giuliano-Sibillo hanno deciso di scontrarsi con il clan Mazzarella-Del Prete, ammazzando a sangue freddo il 1 marzo 2013 Emanuele Catino, hanno da una parte conquistato la supremazia sul territorio e il controllo delle attivita’ illecite, ma si sono anche tirate addosso l’attenzione della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, con il pm Henry John Woodcock e Francesco De Falco.

Dopo avere stretto un’alleanza con il pericoloso clan Rinaldi, egemone nel comprensorio territoriale di San Giovanni a Teduccio e storicamente contrapposto al clan Mazzarella, il cartello camorristico ha inglobato i nemici che si arrendevano, eliminando tutti gli altri. La lista degli omicidi dal 2013 ad oggi e’ lunga e sanguinosa, ma si contano anche scontri e sparatorie in pieno centro storico, gambizzazioni e agguati di morte.

I giovanissimi del cartello – molti dei quali minorenni — venivano usati per vere e proprie spedizioni punitive e atti di intimidazione. Armati fino ai denti, a bordo di motocicli, giravano per i vicoli del centro storico della citta’ partenopea pronti a colpire i rivali. In realta’ questa ostentazione di potere e violenza serviva anche per dimostrare agli abitanti della zona chi comandava, e a volte i motorini si spingevano anche in zone controllate da altri clan, come i Quartieri Spagnoli e Piazza Mercato, o per inseguire i nemici o per dimostrare la potenza del cartello.

La Direzione Distrettuale Antimafia ha dichiarato che „I’utilizzo della violenza piu’ estrema
da parte degli affiliati, come detto per lo piu’ giovanissimi, era usata non solo per risolvere questioni che riguardano la vita del clan, ma come stile di vita da sperimentare in ogni possibile occasione, come dimostrano una serie di tentati omicidi verso vittime innocenti o l’uccisione del giovane Maurizio Lutricuso, il 10 febbraio 2014, avvenuta per il banale rifiuto di una sigaretta in una serata alla discoteca Private One di Pozzuoli.

Nel corso delle indagini, l’anno scorso, la Squadra Mobile ha sequestrato anche varie armi d’assalto, come una mitragliatrice e una pistola Smith Wesson calibro 357.

Di Cecilia Anesi e Giulio Rubino