Mafia (IT)

Arrestato a Roma narcos della ‘Ndrangheta, é il nipote di Rollero Torello

Andrea Rollero aveva preso il posto dello zio Marco Rollero Torello arrestato ad aprile scorso dopo mesi di latitanza in Marocco. Entrambi erano ricercati per narcotraffico e devono scontare pene dure detentive per le operazioni 'Buena Hora 2' e 'Codice San Luca', entrambe dirette al contrasto alla 'Ndrangheta calabrese e al traffico di cocaina.

von Cecilia Anesi , Giulio Rubino

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Andrea Rollero, classe 1982, si nascondeva a Roma. E non da pochi giorni. Da otto mesi. Usava documenti falsi intestati ad un ignaro e stimato funzionario bancario della capitale. Ma mesi di indagini, appostamenti e pedinamenti hanno permesso ai finanzieri del Comando Provinciale di Roma di mettere le manette al polso del pericoloso latitante.

Rollero junior era uno dei principali broker della droga delle temute cosce calabresi ‘Pelle-Nirta-Giorgi alias Cicero’ di San Luca (RC), e – dall’arresto dello zio Marco Rollero Torello avvenuto per gli stessi motivi in Marocco ad aprile scorso come abbiamo scritto – era diventato la punta di diamante del gruppo costruito dallo zio per il brokeraggio di cocaina e hashish alla ‘Ndrangheta via Nordafrica.

A gennaio scorso il Tribunale di Roma aveva emesso un provvedimento di cattura nei suoi confronti, dopo che le indagini ‘Buena Hora 2’ e ‘Codice San Luca’ avevano permesso alla Guardia di Finanza e alla Polizia di Stato di identificare una cellula di ‘Ndrangheta operante nella Capitale come si trattasse di Aspromonte.

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I finanzieri sorvolano Roma alla ricerca del latitante

Trentacinque gli indagati da ammanettare. Ma i Torello scappano, o meglio, rimangono in Marocco dove si trovavano da tempo. É da li infatti che lo zio Rollero Torello aveva costruito una base operativa da cui inviare, settimanalmente, anche 1000 chili di hashish in Italia. La cocaina arrivava ovviamente dal Sudamerica, ma veniva fatta transitare dalla stessa base operativa dove Rollero Torello godeva di ottimi risorse per il trasporto.

Le necessità ‘lavorative’ avevano però richiesto al giovane Andrea Rollero di crearsi una sua base a Roma, poiché nel suo ruolo di intermediario per le cosche doveva accreditarsi anche presso „esponenti di spicco della malavita romana, grazie alle ottime credenziali fornitegli dallo zio“, scrivono gli inquirenti.

E così, muovendosi sulle orme dello zio, il ragazzo diventa in poco tempo il principale referente in Italia delle cosche ‘Pelle-Nirta-Giorgi alias Cicero’, importando nel Bel Paese almeno 600 chili di droga.

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I finanzieri prendono le impronte digitali al latitante arrestato

Gli inquirenti del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (G.I.C.O.) del  Nucleo di Polizia Tributaria di Roma avevano scoperto che l’uomo si nascondeva nel quartiere romano di Primavalle e ieri sera lo hanno bloccato alla stazione della metropolitana di ‘Battistini’ mentre parlava con un altro pregiudicato romano.

Lo zio di Rollero junior, Marco Rollero Torello, era nella lista dei cento latitanti più pericolosi, considerato uno dei principali narcotrafficanti italiani e uno dei principali organizzatori delle spedizioni di cocaina fra il Sudamerica e l’Italia. Era considerato l’ultimo grande narcos rimasto libero dopo la cattura di Massimiliano Aversani e Roberto Pannunzi. Con la sua cattura, e con la cattura del nipote Andrea, si chiude il cerchio su uno dei principali di brokeraggio della droga per la ‘Ndrangheta calabrese.