Sequestrati 27 milioni a imprenditore eolico in odore di Santapaola
Sequestrate quattro aziende che operavano in agricoltura, allevamento e costruzioni. E poi terreni, fabbricati e veicoli. Da oggi il vento gira al contrario, e all'imprenditore messinese in odore di Santapaola la giornata va storta. Aveva fatto affari anche con Nicastri, il “re del solare” che ha subito una confisca da 1.5 miliardi per vicinanza al capo dei capi Matteo Messina Denaro. Ma la Direzione Investigativa Antimafia di Messina scoprono beni schermati e chiedono il sequestro. Convalidato senza timore dal Tribunale.
E così sono stati sequestrati 26.7 milioni di euro ad un altro imprenditore in odore di mafia. Si tratta di Salvatore Santalucia, pluripregiudicato e con precedenti di polizia anche per reati associativi, imprenditore di spicco a Catania e Messina e ritenuto vicino al clan Santapaola di Catania. L’imprenditore era stato già descritto dalle indagini giudiziarie quale „trait d’union“ tra le mafie e le attività imprenditoriali di movimento terra, produzione di calcestruzzo e energia da fonti rinnovabili. Il direttore della Direzione Investigativa Antimafia (DIA) di Messina, Nunzio Ferla, ha chiesto al Tribunale di sequestrate il patrimonio di Santalucia perché, avevano dimostrato le puntuali indagini degli agenti della DIA, l’uomo aveva nascosto dietro a schemi societari patrimoni mai dichiarati e che erano proventi delle sue attività imprenditoriali colluse.
Per gli inquirenti Santalucia è legato alla potente famiglia mafiosa Santapaola di Catania, tramite esponenti di vertice del clan ‘Brunetto’, e alla mafia Barcellonese come emerge dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Carmelo Bisognano. Santalucia si è però spinto oltre, stringendo la mano in questi anni al „re dell’eolico“, Vito Nicastri di Alcamo, colpito da una confisca di 1.5 miliardi per vicinanza al boss latitante Matteo Messina Denaro e per avere operato nel campo dell’energia pulita, costruendo parchi eolici su parchi eolici, come tramite per Cosa Nostra. Santalucia era infatti riuscito a guadagnarsi la sua fetta di mercato nell’olico del messinese, entrando in partnership con la società Eolo Costruzioni S.r.l. del Gruppo Nicastri.
L’imprenditore, conosciuto con il nomignolo ‘Turi Piu’ è stato citato in varie operazioni antimafia e sono emersi i suoi legami con Orazio Papa, mafioso di vertice del clan di Paolo Brunetto, morto due anni fa, e considerato un ‘fedelissimo’ del noto boss mafioso Benedetto Santapaola. L’imprenditore era considerato referente per gli appalti nella zona di Roccella Valdemone, mentre nell’operazione Gotha III, del Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri di Messina, emergono contatti – non perseguiti dall’Autorità Giudiziaria – tra Santalucia e il capomafia barcellonese Carmelo Bisognano, oggi collaboratore di giustizia, per realizzare parchi eolici nel messinese.
Il sequestro ha messo i sigilli a quattro aziende attive nei settori dell’ dell’agricoltura, dell’allevamento, del movimento terra, della produzione di calcestruzzo e delle costruzioni edili – 294 terreni, ubicati nei comuni di Roccella Valdemone (ME), Gaggi (ME) e Castiglione di Sicilia (CT), per l’estensione complessiva di circa 200 ettari, 21 fabbricati, 27 veicoli e vari rapporti finanziari.