Operazione Eden5-Triokolà: 7 arresti nelle campagne dell’Agrigentino
Si continua a fare terra bruciata attorno al boss latitante Matteo Messina Denaro, guida suprema di Cosa Nostra. A stringere ancora di più il cerchio, l'operazione di questa mattina: “Eden 5, Triokolà”. Le indagini hanno provato come Leo Sutera, boss di Sambuca di Sicilia per lungo tempo ai vertici della mafia agrigentina, fosse molto vicino al capo dei capi Messina Denaro e – dopo il suo arresto nel 2012 – i suoi uomini abbiano continuato a supportare il capo dei capi, fino agli arresti di questa mattina.
Come riporta Franco Castaldo direttore di Grandangolo il Giornale di Agrigento, che era presente durante gli arresti, le indagini hanno consentito di documentare il ruolo di cerniera svolto dagli arrestati fra le cellule di Cosa nostra attive nella Sicilia occidentale e il latitante Matteo Messina Denaro.
Lo dimostrerebbero anche le foto e i video raccolti durante i pedinamenti e gli appostamenti nelle campagne di Sambuca fatti dai Carabinieri di Agrigento, che dal 2011 tenevano costantemente sotto controllo sette mafiosi arrestati oggi. E lo dimostrano anche i pizzini rinvenuti, un „consueto e sperimentato metodo utilizzato dagli indagati“ per passare ordini e tenersi in contatto con una tecnica difficile da intercettare.
Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, hanno documentato una serie di „riservati incontri tra il boss con esponenti mafiosi delle province di Agrigento e Palermo nelle campagne di Sambuca di Sicilia“.
Gli inquirenti hanno dichiarato a Grandangolo il Giornale di Agrigento, che „il livello dei personaggi interessati e le modalità di svolgimento degli incontri hanno fatto comprendere come gli incontri fossero funzionali alla pianificazione di comuni strategie criminali di portata extra-provinciale. Le riunioni avevano luogo nella campagne di Sambuca di Sicilia ed erano caratterizzate da rigidi protocolli di sicurezza tesi a sviare eventuali attività di controllo investigativo. Infatti, gli incontri non avvenivano mai nello stesso luogo ma sempre in punti differenti, mai all’interno di fabbricati e, come ulteriore esasperata forma di prudenza, sempre in movimento, nel senso che i partecipanti erano soliti camminare per i campi allo scopo di neutralizzare l’eventuale presenza di microspie“.
I luoghi per gli incontri nelle campagne venivano sempre controllati prima con sopralluoghi da un collaudato e fedele gruppo di favoreggiatori di Sutera. Lo stesso gruppo era incaricato di prelevare i partecipanti e portarli al cospetto del capo mafia. Le indagini del Carabinieri hanno potuto testimoniare incontri di Sutera con Salvatore Genova, capo della famiglia mafiosa di Burgio, oltre che con due palermitani, Michele Sciarrabba, figlio del reggente di Misilmeri e Gateano Maranzano, uomo d’onore della famiglia di Palermo-Cruillas. I due palermitani sono stati arrestati a giugno 2013 perché ritenuti „esponenti di spicco dei citati mandamenti mafiosi, tanto da essere presenti alla nota riunione dei capi mandamento di Palermo il 7 febbraio 2011 all’interno del ristorante Villa Pensabene“.
Gli arrestati di questa mattina invece sono sette stretti collaboratori di Sutera, tra cui il capo della famiglia di Burgio. Secondo i pm Lo Voi e Scalia, le indagini dimostrano come i sette collaboratori di Sutera avessero un rigido controllo del territorio, tale da potere anche – teoricamente – supportare la latitanza di Messina Denaro.
L’operazione „Eden 5, Triokolà“ sembra quindi portare gli inquirenti sempre più vicino al capo dei capi latitante.