Mafia (IT)

La ‘Ndrangheta blocca la Lidl a Lamezia Terme

le cosche di ‘Ndrangheta Iannazzo e Cannizzaro Daponte di Lamezia Terme sarebbero riusciti a bloccare nella loro città la costruzione di un supermercato Lidl, il noto marchio tedesco. Lo ha scoperto l’indagine "Andromeda", coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro e portata avanti da una speciale collaborazione tra la Polizia di Stato, la Direzione Investigativa Antimafia (DIA) e il Gruppo Investigazioni Criminalita Organizzata (GICO) della Guardia di Finanza e che giovedì 14 maggio ha portato all’arresto di 45 affiliati.

von Cecilia Anesi , Giulio Rubino

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Gli indagati sono accusati, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, omicidio, estorsione, danneggiamento e detenzione illegale di armi ed esplosivo. L’indagine è iniziata nel 2013 dopo le operazioni “Medusa” e “Perseo”, e dopo un omicidio avvenuto ai danni della cosca antagonista Cerra-Torcasio-Gualtieri, concorrente nel campo delle estorsioni. Ed è anche grazie al monitoraggio degli episodi estorsivi che le forze dell’ordine sono riusciti a intercettare un accordo tra i vertici delle cosche Giampà e Iannazzo, formalizzato da veri e propri “summit mafiosi”, e arrivare così ai vertici dell’organizzazione criminale, come il capocosca Vincenzino Iannazzo detto “U Moretto”.

Come scoperto dalla DIA, un altro membro della famiglia Iannazzo sarebbe l’autore della lotta al marchio Lidl. Il supermercato tedesco sarebbe dovuto sorgere in un’area controllata degli Iannazzo, che inoltre erano legati tramite un imprenditore compiacente al centro commerciale concorrente „Agorà”.
Il titolare del supermercato „Agorà” e l’ndranghetista avrebbero prima costretto gli operai della ditta che si stava occupando dei lavori di sbancamento ad abbandonare il cantiere e „convinto“ poi l’imprenditore aggiudicatario dei lavori di costruzione del supermercato Lild a rinunciare. Il terreno è stato poi acquistato dall’imprenditore colluso con gli Iannazzo.

Il Procuratore Capo di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, ha spiegato quanto significativa è l’operazione Andromeda poiche lo Stato è riuscito „a colpire una cosca d’elite della mafia imprenditrice, più sfuggente rispetto ad altre. Gli imprenditori erano talmente succubi degli Iannazzo che c’era chi si recava a casa del boss in occasione delle festività per pagare spontaneamente ed evitare richieste estorsive di altri gruppi criminali”.
Il procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri ha sottolineato a Il Dispaccio la complessità di portare avanti un’indagine del genere con la dotazione organica della DDA di Catanzaro che conta “sei pm per sette circondari. Il collega Elio Romano riceveva la polizia giudiziaria nelle pause di udienze. Nonostante questo abbiamo ottenuto grandi risultati e l’attività non è finita”.

Il questore Giuseppe Racca ed il capo della squadra mobile di Catanzaro, Rodolfo Ruperti, hanno spiegato a Il Dispaccio come il ruolo degli Iannazzo fosse cresciuto in maniera esponenziale nel corso degli anni, mentre la DIA di Catanzaro ha sottolineato come la cosca Iannazzo si relazionasse a tutto tondo con le principali consorterie di tutta la fascia tirrenica, anche vibonese e reggina.

Di Cecilia Anesi e Giulio Rubino