Duro colpo al Clan Lo Russo: Trentaquattro arresti nella mattinata a Napoli.
Trentaquattro arresti e confische di beni nel valore complessivo di 10 milioni di euro sono stati effettuati questa matina a Napoli contro esponenti del clan Lo Russo.
Gli arrestati sono accusati di associazione mafiosa e traffico di stupefacenti, per aver gestito diverse piazze di spaccio nell’area controllata dal clan.
Gli arresti arrivano ora dopo un attività di indagine basata principalmente sulle dichiarazioni dell’ex capo clan, Salvatore Lo Russo, diventato collaboratore di giustizia dopo il suo arresto nel 2007 a Miano, nell’area a nord di Napoli.
Il clan Lo Russo era nato negli anni 70 e rapidamente asceso ad una discreta importanza per il suo ruolo sia nella lotta contro il clan Stabile che nella faida del quartiere Sanità.
La decisione di Salvatore Lo Russo di collaborare con le autorità ha naturalmente portato un duro colpo al clan, in primo luogo minanto l’autorità del figlio Antonio Lo Russo che, costretto alla latitanza dal 2010, era stato arrestato in Francia lo scorso Aprile, poi con le indicazioni che hanno permesso oggi di ricostruire la struttura del clan, indagine fondamentale per l’operazione di oggi.
Il lavoro dei Carabinieri di Napoli e di Marianella, che indagavano sull’omicidio di Domenico Raffone, ucciso lo scorso 8 Marzo, ha inoltre portato all’identificazione di un altro gruppo di persone legate al clan Lo Russo che gestiva il traffico di stupefacenti nell’area di Marianella.
Sono stati effettuati infatti diversi sequestri di stupefacenti in quella zona, e sono state registrate conversazioni che chiariscono oltre ogni dubbio come gli spacciatori dovessero pagare una ‘tassa’ per operare in quella zona proprio a Mario Lo Russo.
Quest’ultimo era recentemente stato scarcerato dopo aver scontato una pena per possesso illegale di armi, ed aveva assunto un ruolo di ‘boss’ appena uscito dal carcere.
Contemporaneamente agli arresti il G.I.C.O. (Gruppo Di Investigazione sulla Criminalità Organizzata) della Guardia Di Finanza ha sequestrato beni ed aziende di propietà del clan, compresi una pizzeria a Miano e diversi conti bancari, del valore complessivo di circa 10 milioni di Euro.
- Giulio Rubino e Cecilia Anesi