Mafia (IT)

Andria: Sette Anni Dopo Scoperta Identita’ Di Due Killer Della Guerra Tra Clan

Scoperti i responsabili del tentato omicidio mafioso a suon di mitra di Pietro D.E. avvenuto nel 2007 durante la sanguinosa guerra tra clan di Sacra Corona Unita in corso ad Andria, Bari, dal 1998.

von Cecilia Anesi , Giulio Rubino

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I Carabinieri della Compagnia di Andria hanno infatti eseguito questa mattina una misura cautelare personale emessa dal G.i.p. del Tribunale di Bari, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di due pluripregiudicati di Andria, il 43enne Francesco N., detto „ciciridd“, e il 39enne Nicola S., detto „zingrid“, entrambi appartenenti al clan mafioso „Pastore-Lapenna“, radicato nella cittadina del nord barese.

I due sono ritenuti responsabili di una serie di reati – tutti commessi con l’aggravante di tipo mafioso: tentato omicidio, detenzione abusiva di armi e munizioni, ricettazione, danneggiamento a seguito di incendio.

Il tentato omicidio sul quale gli inquirenti sono riusciti a fare luce dopo anni, si inserisce nella cruenta guerra tra i clan „Pesce-Pistillo“ e „Pastore-Lapenna“ per il controllo del traffico di stupefacenti che ad Andria trova un importante centro di smistamento per tutta la regione.

Spiegano i Carabinieri: „Siamo nel pomeriggio del 29 agosto del 2007, sono le 15:40, quando due soggetti, identificati in „ciciridd“ e „zingrid“, a bordo di una Audi A8 rubata, raggiungono la centralissima piazza Murri di Andria, e, mentre il primo attende in macchina, il secondo esplode un intero caricatore (ben 32 colpi) di mitra contro Pietro D.E., pregiudicato del luogo, all’epoca dei fatti 24enne. Tenta di fuggire ma viene ripetutamente colpito al torace e agli arti. Uno dei killer si avvicina per sparargli un colpo di grazia alla testa, ma si accorge di aver finito le munizioni. Si accanisce sul corpo ferito di D.E., colpendolo ripetutamente e dicendogli ‘oggi sei morto’. In realtà la vittima, fingendosi morta, riuscirà a salvarsi dal tremendo agguato.“

L’attività investigativa, avvalorata dalle dichiarazioni di sei collaboratori di giustizia, ha accertato che il movente fosse duplice: da una parte la ripartizione delle piazze di spaccio, dall’altra vendicare un altro tentato omicidio, il tutto per favorire l’associazione di tipo mafioso denominata „Ex Pastore“.

Cecilia Anesi, Giulio Rubino