Mafia (IT)

Arrestato il boss della Ndrangheta Pantaleone Mancuso. Era in Argentina sotto falso nome.

 polizia Argentina ha bloccato ieri il boss della 'Ndrangheta Pantaleone Mancuso, al confine fra Argentina e Brasile, nei pressi di Iguazù. Mancuso, su cui gravava un ordine di cattura internazionale ed era ricercato dall'interpol, stava cercando di entrare in Brasile con un documento falso e 100.000 euro in tasca.

von David Schraven , Cecilia Anesi , Giulio Rubino

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 polizia Argentina ha bloccato ieri il boss della ‘Ndrangheta Pantaleone Mancuso, al confine fra Argentina e Brasile, nei pressi di Iguazù. Mancuso, su cui gravava un ordine di cattura internazionale ed era ricercato dall’interpol, stava cercando di entrare in Brasile con un documento falso e 100.000 euro in tasca.

La Direcion Nacional de Migraciones, autorità di controllo frontiere Argentina, ha subito riconosciuto il documento falso, un documento Argentino per stranieri intestato all’alias „Luca de Bortolo“, ed ha chiesto l’intervento della polizia che, grazie al controllo delle impronte digitali, ha identificato il latitante e per Mancuso il ponte Tancredo Neves, varco fra i due Paesi Sudamericani, si è chiuso immediatamente.

Dopo un primo tentativo di negare le accuse delle autorità argentine, Pantaleone Mancuso ha confessato la sua identità, ed è ora detenuto in attesa di estradizione.

Pantaleone Mancuso è uno degli 11 fratelli Mancuso, la prima generazione del clan di Limbadi (Vibo Valentia). Figlio del defunto Domenico Mancuso, che era ritenuto uno dei fondatori del clan omonimo, i suoi fratelli Giuseppe, Diego e Francesco (detto ‘Tabacco’) sono già in carcere, scontando rispettivamente l’ergastolo il primo, 16 anni il secondo ed una condanna definitiva per associazione mafiosa il terzo.

Pantaleone stesso è una figura di chiaro rilievo per il clan Mancuso, egemone nell’area del Vibonese. Ricercato per associazione mafiosa e duplice tentato omicidio, era già stato coinvolto in diverse operazioni di polizia, compresa l’operazione „Dinasty“ per la quale era già stato condannato ed aveva scontato la pena. Detto ‘I’ingeniere’, era latitante dal 2 Aprile scorso, in fuga da un ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP Assunta Maiore per il duplice tentato omicidio della sua stessa zia, Romana Mancuso, e del cugino Giovanni Rizzo, un tentato omicidio nato presumibilmente in seguito a contrasti interni al clan.

Giulio Rubino, Cecilia Anesi