I primi anni di Putin
CORRECT!V ha ricostruito l'inizio della carriera di Putin con una complessa inchiesta. Da giovane agente del KGB, Vladimir Putin ha già la spietatezza che lo catapulterà alla presidenza della Russia. Putin pianifica di ricattare un professore con materiale pornografico, impiega un famigerato neo-nazista come informatore e perdona ai colleghi qualsiasi cosa, finchè gli restano leali.
Putin arriva nelle desolate lande della Germania dell’Est nell’agosto 1985, ufficialmente come funzionario consolare. Il suo vero lavoro, in realtà, in quanto spia di alto livello nei servizi segreti russi, è quello di reclutare spie nella Repubblica Democratica Tedesca (RDT). La RDT non è però il posto agognato da Putin. Le spie sognano di essere inviate in territori nemici e di raccogliere informazioni importanti. Per Putin essere mandato in una nazione alleata, e ancor peggio a Dresda, lontano dalla capitale, è tutto fuorché emozionante. Ma a 32 anni è ancora all’inizio della sua carriera: ha passato dieci anni nel KGB e questo è il suo primo vero incarico all’estero.
Il suo collega più stretto durante i primi due anni è Vladimir Usoltsev. Due anni in cui ognuno dei due sa tutto dell’altro. Condividono un ufficio e addirittura la scrivania nell’attico dell’edificio del KGB in Angelikastraße 4. A volte l’ufficio è troppo caldo, altre troppo freddo. Putin passa la maggior parte del suo tempo lì, scrivendo rapporti e mandandoli al quartier generale di Mosca. Nel frattempo cerca possibili nuove spie che vogliano lavorare in paesi non-socialisti e che sarebbero disposti a rischiare anni di galera in caso di cattura.
Putin cerca adepti a cui piaccia l’Unione Sovietica, accademici, imprenditori e turisti, ma anche estremisti di destra e criminali. A quanto racconta una ex-spia, la paga era molto modesta, con solo 30 marchi RDT per i pasti (il corrispettivo di 15 euro oggi).
Al suo comando, Putin può disporre di un team di intelligence della famosa divisione K1 della polizia della RDT. La squadra è ufficialmente responsabile di indagare crimini politici nella RDT, ma alcune unità della K1 lavorano segretamente per il KGB, inclusa l’unità di Dresda assegnata a Putin. Lo confermano a CORRECTIV due suoi ex colleghi di e si evince da file della Stasi ottenuti dal centro di giornalismo.
Per esempio, in una lettera, Putin chiede all’ufficio distrettuale della Stasi a Dresda di aiutare a ripristinare il servizio telefonico di uno dei suoi agenti che era stato tagliato dopo che aveva lasciato la polizia.
https://www.documentcloud.org/documents/2186075-putin-telefonanschluss.html
Qualsiasi documento scritto dalla polizia finisce dritto nella valigetta di Putin. Alla squadra non è permesso tenere un archivio, e non hanno nessuna copia dei documenti consegnati a Putin, ha spiegato uno dei suoi ex-agenti.
Il braccio destro di Putin è Georg S., un uomo temerario, attaccabrighe, forte, spietato e fedele. Il tipo di persona che piace a Putin. Ma di lui parleremo dopo.
Una trasgressione
Lavorare nella RDT può sembrare noioso per un agente come Putin, ma è sicuramente molto facile. Gente come lui ha accesso all’infrastruttura dell’intero stato. Non esiste il „nyet“ (no) per un agente KGB in RDT. E il fatto che molti cittadini siano in contatto con la Germania dell’ovest gioca a suo favore: la RDT è uno scrigno di informazioni e contatti, che Putin fa suoi. Tra le sue mosse vincenti, recluta alcuni agenti della Stasi per il KGB, fra cui Klaus Zuchold. Quando i due si incontrano, la Stasi sta formando Zuchold come ‘gestore’ di spie straniere.
Mr. Zuchold è stato sentito per questa storia da CORRECTIV, che lo ha intervistato per lungo tempo. È uno dei pochi testimoni disposti a parlare apertamente della sua collaborazione con Putin. È
stato in contatto regolarmente con l’agente KGB durante tutto il tempo passato da Putin a Dresda. Ci si può chiedere quanto possano essere veritiere le parole di un ‘doppio agente’ come Zuchold. Ma dopo un accurato fact-checking con documenti e interviste ad altri testimoni, CORRECTIV ha ritenuto le parole di Zuchold convincenti, e ha scelto di pubblicarle in questa testimonianza esclusiva.
Zuchold è un uomo facile da persuadere. Secondo i documenti della Stasi su di lui, è stato messo sotto inchiesta per il sospetto che lavorasse per i servizi segreti della Germania dell’ovest, il BND. Un’accusa terribile per una spia e che di solito porterebbe alla galera o ad una pallottola in testa. Ma non per lui. Viene semplicemente trasferito ad una diversa unità, e, secondo quanto dice Zuchold stesso, sarà poi Putin in persona a spingere per il suo reclutamento da Mosca. Eppure a Mosca le accuse di doppio gioco lanciate dalla Stasi non saranno state certo un segreto. È possibile che le accuse fossero solo un pretesto usato dalla Stasi per investigare segretamente agenti KGB inclusi coloro nella rete di Putin.
Il reclutamento inizia alla festa della polizia di Dresda. Un uomo che Zuchold non ha mai visto prima gli si siede vicino e alza il calice dicendo „Prost Aufklärung“ (salute allo spionaggio).
Zuchold è sotto shock. Il termine „Aufklärung“, spionaggio è segreto, si usa solo internamente. Le persone non-iniziate, non possono sapere che Zuchold lavora come spia per la Stasi. Sicuramente non può saperlo qualcuno della polizia. E se anche lo sapessero non sarebbero autorizzati a dirlo, specialmente non durante un brindisi. Questa è la regola.
L’agente che ha detto la parola in codice è Georg S. dell’unità che investiga i crimini politici, la K1. Lavora per Putin. Con la parola ‘spionaggio’ Georg S. fa saltare anche la sua di copertura, mostrando di essere una spia. Infrangendo così un altro divieto degli agenti segreti. Ed è così che inizia il reclutamento di Zuchold da parte di Putin, con una trasgressione.
Zuchold sa già chi è Putin. Lo aveva incontrato per la prima volta nel settembre 1985 al Jägerpark. Erano le sette di mattina e c’era una partita di calcio della Stasi, ha raccontato l’ex-spia a CORRECTIV. Zuchold è obbligato a presenziare, Putin è li volontariamente. Si fa subito notare per velocità e abilità tecnica. Fa gol per la sua squadra. Putin parla ancora poco il tedesco, e i due scambiano battute in russo.
Ma torniamo al brindisi tra i due agenti. Da quel momento Zuchold entra nel KGB, lasciando la Stasi che non ne è felice. Putin e i suoi colleghi continuano a rovistare tra il personale e le risorse dei servizi segreti della RDT. Presto gli ufficiali della Stasi intuiscono che Zuchold lavora per il KGB, e lo rimuovono dall’intelligence straniera trasferendolo alla meno prestigiosa sezione di ‘osservazione’, dove non riceverà più informazioni importanti.
Nella vita privata, Zuchold e Putin sono amiconi. Il primo invita il secondo per i fine settimana alla sua casa fuori Dresda, di fronte ad una baracca dell’esercito sovietico. Zuchold per gioco chiama i soldati ‘i miei raccoglitori’, perché gli rubano le mele dal giardino. Un tibo di battuta che piace a Putin, che da quel momento gli chiederà sempre, ogni volta che lo incontrerà, „come stanno i tuoi raccoglitori?“.
Li guarda quei soldati. Li disprezza per il loro fallimento afghano, per la vergogna causata alla Russia. Se c’è una cosa che Putin non tollera è la debolezza, dice chi lo conosce bene.
CORRECTIV ha chiesto all’ufficio presidenziale russo di commentare sulle informazioni ricevute sul tempo passato da Putin a Dresda. Nessuna risposta. Se mai arriverà un commento aggiorneremo questo articolo.
A tutti i costi
Fare saltare la copertura di Zuchold’s ad un brindisi di una festa non è uno scherzo. Ma per Georg S. è normale, è famoso per rompere le regole e per fare ciò che vuole. „Pensa di stare sopra a tutti gli altri“, dice Zuchold. In altri posti sarebbe stato licenziato subito per incuranza e per mettere altri in pericolo. Ma questo temerario sconsiderato è l’agente più importante di Putin. Carismatico e dominante, dai capelli a spazzola, si comporta damaschio alfa ed è un appassionato cacciatore che affitta le sue stesse riserve di caccia.
Con orgoglio ha detto a Zuchold che anche suo padre era un agente del KGB morto in circostanze misteriose.
Georg S. è conosciuto anche per le sue scappatelle con le donne. Si dice abbia avuto tresche con spie donne e con le mogli di colleghi. Ad una festa organizzata da uno dei suoi sottoposti, pare che Georg S. abbia stuprato la figlia di dieci anni del padrone di casa e una sua amichetta; un fatto confermato dai familiari delle vittime a CORRECTIV, nonostante il presunto crimine non sia mai stato denunciato.
Putin è colpito da Georg S.: è forte e – nonostante le sue scappatelle – incondizionatamente fedele. Due qualità che Putin apprezza molto, al punto da scusare tutto se la persona rimane sincera con lui, racconta Zuchold, che aggiunge come Putin avrebbe regalato a Georg S. un intero set di attrezzi per la caccia, comprensivo di sciabola, per il suo 40esimo.
Georg S. dal canto suo si sente superiore a Putin, dicendo a Zuchold che avrebbero fatto di lui una spia russa seria, un Chekist. Gerog parla apertamente con Zuchold quando si incontrano a feste, oppure durante le vacanze.
https://www.documentcloud.org/documents/2186074-agentgruss.html
Ma c’è un altro episodio che vale la pena raccontare.
Putin vuole assolutamente ottenere informazioni da un professore di medicina, perché ritiene che abbia accesso a dati sensibili, ovvero uno studio su una serie di veleni mortali che non lasciano tracce, di fatto una guida per omicidi silenziosi. I metodi spazierebbero da causare finti suicidi all’uso di materiali radioattivi. Anche l’uso dell’arsenico trasmesso dal pene durante un rapporto sessuale sarebbe incluso nel dossier.
Putin voleva questo studio a tutti i costi, ci ha detto Zuchold, e per ottenerlo aveva a disposizione diverse opzioni: far leva sull’idealismo, offrire soldi o se necessario mettere in piedi un ricatto. E con il professore Putin sceglie il ‘kompromat’, ovvero la pratica dell’impiantare materiale compromettente su una persona.
Secondo Zuchold, Georg S. gli avrebbe intimato di ottenere materiale pornografico dagli archivi della Stasi, da impiantare sul professore per poterlo ricattare. Georg. S. segue soltanto gli ordini perché la mente dietro questa operazione non può che essere Putin.
Abbiamo trovato il professore di Dresda e gli abbiamo chiesto se sia mai stato ricattato con materiale pornografico, ma lui nega l’episodio. Eppure nel 1993 la polizia ha trovato materiale pornografico nella camera da letto di Georg S. durante una perquisizione, lo stesso materiale usato per ricattare in professore secondo quanto racconta Zuchold, che sostiene di avere visto la lista del sequestro. Un addetto stampa della polizia ha dichiarato che il documento della perquisizione non esiste più.
Una delle operazioni più interessanti di Putin è stata quella di gestire l’agente KGB Rainer Sonntag, un noto neo-nazista conosciuto sia in Germania dell’Est che dell’Ovest. Viene reclutato da Georg S. negli anni ’80 e Putin diventa responsabile del controllo su di lui.
Visto che Putin ha il compito di trovare nuovi agenti, diventerà responsabilità di Sonntag espandere la rete di agenti con persone che conosce, per esempio con altri membri del movimento neo-nazista.
Nel 1987, Sonntag viene deportato in Germania dell’ovest dove fa carriera come confidente del leader neo-nazista Michael Kühnen. Un agente che lavora per Putin può essere deportato solo con il suo permesso, e Sonntag che diventa un ‘agente sul campo’ ovvero una spia in Germania dell’Ovest, si mantiene in contatto con Putin tramite Georg S.
Zuchold racconta come dopo la caduta del muro, Sonntag sia tornato nella parte est della Germania. Al confine, all’altezza di Hirschberg, chiede a Georg S. di venirlo a prendere. Una volta a Dresda, Sonntag collabora alla crescita del movimento neo-nazista nell’est del paese.
Sonntag diventa il capo dei vigilantes neo-nazisti, e con un gruppo di skinheads in anfibi, inizia a terrorizzare barboni e piccoli criminali, arrivando addirittura a chiedere il pizzo all’industria dei bordelli.
La polizia sassone non ha documenti che chiarifichino l’affiliazione del neo-nazista Sonntag al KGB o che chiarifichino il ruolo di Georg S., ma tenuto conto che la polizia statale è stata creata solo dopo la riunificazione dello stato, i documenti potrebbero trovarsi in un altro dipartimento – spiega un addetto relazioni esterne della Polizia della Sassonia. Al momento della pubblicazione, i documenti non erano ancora venuti fuori. Sonntag è stato ucciso con armi da fuoco nell’estate del 1991. I gestori dei bordelli non devono essere stati gli unici a tirare un sospiro di sollievo. Secondo Zuchold anche Georg S. ne è stato sollevato, la morte del neo-nazista „è stata meglio per tutti“ racconta.
Che fine fanno i nostri personaggi?
In 1989, la RDT cade e l’unione sovietica implode. Il tempo di Putin in Germania si chiude con un fallimento, e ce lo racconta Werner Grossmann, l’ultimo capo del servizio di spionaggio straniero della RDT, che era parte della Stasi. Grossmann allerta i suoi colleghi del KGB che Putin sta reclutando agenti in RDT la cui copertura era già saltata, creando così un rischio tangibile per il KGB. Putin viene rimosso di colpo da Dresda nel febbraio del 1990, e inizia a preoccuparsi seriamente per il suo futuro. Al collega
Usoltsev confida di temere di dovere tornare a Leningrado (oggi San Pietroburgo) e sopravvivere come autista di taxi. In realtà non ha nulla di cui preoccuparsi. I suoi contatti nel KGB si dimostreranno un trampolino di lancio per una carriere senza precedenti.
Zuchold nel frattempo cambia di nuovo lato. Il 26 dicembre 1990 si presenta ai servizi segreti della Germania dell’Ovest e racconta tutto sulla rete di Putin. L’agenzia si è rifiutata di confermare questo incontro, dicendo che l’agenzia non può rilasciare informazioni personali o su operazioni. Oggi Zuchold lavora per un’agenzia di sicurezza.
Dopo la riunificazione della Germania, Georg S. non riesce a dimenticarsi del passato, e del fatto che la sua gloria sia finita. Viene arrestato il 23 aprile 1993. La polizia perquisisce la sua abitazione trovando materiale pornografico da ricatto, ma non capisce il valore di quella scoperta che viene solo aggiunta alla lista del sequestro. Sorprendentemente Georg S. non viene mai indagato per spionaggio, un mistero che tutt’oggi resta senza risposte.
Georg S. non parla con i giornalisti, e sopravvive come investigatore privato a Dresda, a volte facendo un sacco di soldi, dice Zuchold.
Fino al 1999, l’anno in cui Putin viene nominato primo ministro russo. Nel corso di quell’anno Georg S. viene brutalmente picchiato in testa con un ferro da stiro, a casa sua. Georg aveva aperto la porta a chi lo ha poi attaccato. Viene trovato solo tre giorni dopo. Da quel momento diventa un relitto, non riesce più a concentrarsi e durante le conversazioni scoppia a ridere o a piangere in modo causale. Finisce alcolizzato e sopravvive solo grazie ad un contributo statale. Un giorno Zuchold lo passa a trovare e gli dice che ci sono ‘uccelli senza ali che nessuno vuole più’, ma George non è d’accordo, dice di essere ancora utile. E Zuchold prova a convincerlo a trasferirsi a Mosca. Gli dice di lasciare l’aiuto statale tedesco, perché Putin si sarebbe occupato di lui per via della vecchia connessione. Gli compra un biglietto del treno, ma Georg non lascerà la Germania, sembra spaventato di entrare nel paese di Putin.
Zuchold allora sospetta che dopo il suo arresto, Georg S., abbia raccontato agli inquirenti tedeschi qualcosa sul ruolo di Putin a Dresda.
Georg passa il resto della sua vita bevendo birra in un pub irlandese a Dresda, e muore nel 2010 a 62 anni. Al suo funerale tutti gli ex-agenti di Putin si incontrano per un’ultima volta, silenziosi attorno alla tomba. Ma il loro ex-capo non si presenta.
Cosa è successo a Putin
Putin è spostato con Lyudmila dal 1983 al 2014. I tempi di Dresda sono formativi per lei, da allora ha avuto una predilezione per tutte le cose tedesche. Una volta tornata a Mosca ha mantenuto i contatti con le sue amiche tedesche, e ha mandato le sue figlie alla scuola tedesca della capitale. Ricorda con nostalgia il tempo passato a Dresda, mentre i ricordi del suo matrimonio con Putin sono meno rosei. Lui non la rispettava e yudmilla se ne lamenta con un’amica di penna. Una volta, durante una visita di Zuchold a casa loro, Putin gli presenta la moglie dicendo „è come una torta russa, ci metti molto zucchero e lievita“.
E non appena si inizia a parlare di lavoro, Putin manda la moglie in cucina perché lei non può assistere a conversazioni serie. Abbiamo chiesto a Putin e alla sua ex-moglie Lyudmila Putina di commentare quei tempi, nessuno dei due ha risposto.
Alla fine degli anni ’90, Lyudmila usava l’ufficio e il fax del direttore della Dresdner Bank in Russia, Matthias Warnig, una vecchia conoscenza del marito, per restare in contatto con le sue amiche tedesche. Un bancario ci ha detto che Warnig ha lavorato come agente per il reclutamento di spie nella Germania dell’Est per il Ministero della Sicurezza. Rispondendo ad una richiesta di commento di CORRECTIV, l’ufficio di Warnig ha dichiarato che il banchiere non sapeva che la signora Putin usasse il suo fax. E alla domanda della sua conoscenza personale con Putin, ha risposto di non „sapere qualificare cosa significhi il termine ‘vecchia conoscenza’.“ Nega inoltre di essere stato un reclutatore per la Stasi. Oggi il banchiere lavora per la Nord-Stream, l’azienda che gestisce il gasdotto sul mar Baltico tra Russia e Germania. Anche l’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder (del Partito Socialista Democratico tedesco) lavora per l’azienda.
Nel 1994 Lyudmila Putina ha un grave incidente d’auto. La Dresdner Bank finanzia il trasporto del suo corpo fino alla Germania affinché possa essere curat in una clinica speciale a Bad Homburg. Bernhard Walter, l’ex addetto relazioni esterne della banca, dichiara in un’intervista di avere coperto i costi della signora Putin „per ragioni umanitarie“, perché gli ospedali a San Pietroburgo non potevano, all’epoca, curare quei tipi di ferite.
Durante la campagna elettorale del 2000, Putin non fa menzione di atti umanitari. Dice anzi che sua moglie fu curata in un ospedale militare di San Pietroburgo. Ma sembrerebbe che la Dresdner Bank abbia dimostrato gratitudine a Putin pagando i viaggi della sua famiglia in Germania, nonostante l’ex direttore della banca in Russia, Warnig, lo neghi.
La gente imbelletta il proprio passato, è normale. Ma Putin si spinge davvero oltre. Nella sua autobiografia ‘Prima Persona’, Putin dice che la sua famiglia era in ferie al Mar Baltico nel 1998 quando apprese che era stato nominato capo del servizio d’intelligence FSB.
In realtà, Putin e la sua famiglia erano in vacanza al sud della Francia, come testimoniano delle lettere di
Lyudmila Putina che CORRECTIV ha potuto consultare. Secondo una di queste lettere a luglio di quell’anno Putin si muoveva spesso da Mosca al sud della Francia per incontri importanti. Ad agosto avevano pianificato di passare le ferie in Svizzera, a Davos, ma a causa della promozione di Putin come capo dei servizi di intelligence nazionali, il FSB, dovettero tornare a Mosca. I due conoscevano già Davos:
“Abbiamo passato due vacanze qui con la famiglia Shamalov, sei settimane in tutto“, scrive via fax Lyudmila Putina alla sua amica all’inizio del 1997 dall’impianto sciistico di Davos.
Niklai Shamalov è un ricco imprenditore di San Pietroburgo molto vicino a Putin. La moglie riferisce all’amica di penna che Putin ha fatto molto per la famiglia Shamalov, e che sarebbe ora che ricambiassero. Ne Shamalov ne Putin hanno risposto alla richiesta di commento sulla loro mutuale amicizia.
A quei tempi Putin si prepara a diventare l’uomo più potente della Russia, mentre suo padre viene diagnosticato con una grave forma di cancro. La moglie descrive così le sofferenze ad un’amica nel luglio del 1998:
“Suo padre è gia stato in ospedale per un mese, ha il cancro al sesto stadio. I dottori che lo avevano in cura prima non avevano fatto la giusta diagnosi, perché aveva sempre mal di schiena, e gli prescrivevano massaggi, iniezioni, ma quello era già un tumore con metastasi nella spina dorsale.“
I dottori non riconobbero il tumore. L’ospedale a San Pietroburgo non aveva la strumentazione moderna. In quanto deputato, Putin era anche responsabile degli investimenti stranieri nel settore sanitario della città. Ma come nel resto del paese, c’è corruzione. Un medico scrive che il personale dell’ospedale ha rifiutato macchinari usati economici, ma perfettamente funzionali, per comprare macchinari nuovi e molto più costosi, in modo da poter intascare le tangenti abituali, secondo una e-mail che CORRECTIV ha potuto consultare.
Riserve limitate vengono così sprecate, come succede nel resto della Russia. Alla fine, l’uomo il cui figlio ha contribuito alla creazione di questo sistema, ne è stato vittima.
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Article image: Nick Böse
Illustration/animation: Nick Böse, Simon Jockers
Italian translation: Cecilia Anesi, Giulio Rubino
Copy editor: Ariel Hauptmeier
Collaboration: Daniel Drepper, Frederik Richter, Jonathan Sachse, Julia Brötz, Stefan Wehrmeyer
In Cooperation with RTL and Mediapart.